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Psicologia infantile: quando portare un bambino dallo psicologo?

La crescita di un bambino è un momento delicato, spesso infatti è in questa fase che si presentano disturbi legati al comportamento o disagi nelle relazioni, blocchi emotivi o difficoltà scolastiche e sociali. E qui che entra in gioco la psicologia infantile. Per maggiori informazioni puoi contattare professionisti specializzati su GuidaPsicologi.it

La psicologia infantile e dell’età evolutiva lavora a contatto con i bambini e studia i processi di sviluppo propri dell’infanzia e dell’adolescenza, inserendoli in un più ampio contesto sociale e famigliare, esaminando quindi la crescita emotiva e culturale dei più piccoli.

Allo stesso modo, la psicologia clinica esamina la parte neuropsicologica, quindi l’acquisizione delle capacità cognitive e linguistiche, dei processi sociali e affettivi, ovvero di tutti quei disturbi e quelle patologie che possono sorgere nell’età dello sviluppo.

In questi casi, i professionisti della psicologia infantile possono aiutare non soltanto per i bambini, ma anche per tutte quelle figure che ruotano attivamente intorno al soggetto come insegnanti, genitori, educatori e parenti, per valutare i processi di sviluppo ed eventuali disturbi psicologici.

Quando portare un bambino dallo psicologo

Durante l’età evolutiva, i disagi che i bambini manifestano possono essere molteplici, alcuni passeggeri, altri invece possono durare nel tempo. Non è facile per un genitore valutare la gravità della situazione e i comportamenti di un bambino: atteggiamenti di timidezza, isolamento o iperattività, ansia, difficoltà del sonno o mancanza di appetito, difficoltà scolastiche come lentezza nell’apprendimento, nel linguaggio e nella scrittura, problemi con l’accettazione delle regole e altro ancora.

La psicologia infantile può aiutare i genitori e capire gli atteggiamenti del bambino e insieme individuare le cause dei comportamenti o dei disturbi.

Alcune delle situazioni più frequenti nel campo della psicologia infantile:

  • Difficoltà dei bambini nel separarsi da un oggetto, solitamente una bambola o un peluche.
  • Comportamenti di iperattività e difficoltà di gestione del bambino.
  • Difficoltà scolastiche e lentezza nell’apprendimento, in confronto al resto della classe.
  • Aggressività del bambino verso i compagni di classe o di attività sportive.
  • Separazione dei bambini dai genitori nelle ore del sonno.
  • Scoperta del piacere nel toccarsi gli organi genitali, soprattutto nelle bambine.
  • Il bambino manifesta di nuovo bisogno del pannolino, nonostante gli sia stato tolto da tempo.

Oltre a queste, esistono molte altre situazioni difficili per i bambini e al tempo stesso per i genitori. Lo figura dello psicologo è molto utile in questi casi, anche se capita spesso che i genitori non vogliano ricevere aiuto, principalmente per due motivi: cercare di minimizzare i comportamenti dei figli; paura di fronte alla possibile diagnosi del professionista.

La psicologia infantile ci ricorda che la cosa più importante, in questi casi, è il benessere del bambino: lasciamo da parte paure e pregiudizi e chiediamo aiuto a uno psicologo.

Pubbliredazionale

Redazione

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