Esistono elementi oggettivi per valutare se abbia valore l’associazione tra il voto ai partiti politici e il livello di istruzione?
Come è noto, dopo le esternazioni di alcuni esponenti di partiti politici, secondo i quali le destre, e in modo particolare la Lega di Salvini, sono votate da elettori con scarsa cultura, si sono aperte, presso la stampa nazionale, e non solo, esami e valutazioni per accertare se tale “questione” abbia un reale e fondato appiglio oggettivo.
Di sicuro, fa presente Il sole 24 Ore, se si analizza il voto dato al Pd, emerge “quella che è forse la caratteristica più distintiva del Partito Democratico. Spesso superato l’antichissimo arroccamento nelle “zone rosse”, come successo a molti altri partiti progressisti in giro per il mondo, il PD è diventato ormai un partito urbano – votato soprattutto da persone in relativa tranquillità economica e con un alto livello di istruzione”.
È alta infatti la correlazione -scrive Il Sole 24 Ore- fra regioni con parecchi laureati e voto ai democratici, anche se si tratta di un legame che esiste solo al nord.
“Le preferenze politiche degli italiani il cui livello di studio arriva al più alla scuola media – che nel 2018 secondo Istat erano 25 milioni e mezzo fra chi ha almeno 15 anni – sono meno ovvie. Nessun partito risulta avere correlazioni particolarmente forti con questo gruppo, né nell’Italia settentrionale né altrove”.
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