Sembrava strano che la forte protesta primaverile contro la riforma, culminata con lo storico sciopero del 5 maggio, si fosse sopita in pochi mesi.
Al ritorno in classe, con il nuovo anno scolastico, quegli insegnanti così ribelli pochi mesi prima, sembravano quasi rassegnati. Pure l’estremo tentativo dello sciopero degli scrutini, anche questo insolito perché proclamato da tutti i sindacati, non ha portato alcun risultato. E la successiva approvazione della Legge 107, avvenuta un mese dopo, ha fiaccato le energie dei contestatori.
Non di tutti, però. Perché a Pescara il Collegio dei docenti del liceo Classico ‘Gabriele D’Annunzio’ hanno detto no all’approvazione del Comitato per la valutazione dei docenti: di fronte alla richiesta del dirigente scolastico, i docenti hanno detto di non avere alcuna intenzione di individuare i due prof da annettere al comitato addetto a giudicare il merito professionale (un altro docente dovrebbe essere scelto dal Consiglio d’Istituto).
Per poi spiegare la decisione come un “atto di disobbedienza civile rispetto a un sistema di valutazione improntato su un’organizzazione piramidale ormai superata, in quanto per nulla migliorativa del clima di lavoro e della conseguente ‘produttività’”. L’obiettivo del gesto, hanno spiegato, è “salvaguardare la libertà di insegnamento, il pluralismo e la democrazia previsti dalla Costituzione”.
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Alla Tecnica della Scuola risulta che quello di Pesacara non sarebbe di un caso isolato: altri Collegi dei docenti avrebbero presentato e approvato delle mozioni analoghe. Certo, i loro dirigenti scolastici hanno già convocato, o presto lo faranno, un nuovo il Collegio per subito dopo le festività natalizie. Aapprofittando del fatto che in quei giorni dovrà essere approvato anche il Ptof, riporteranno la nomina dei docenti da assegnare al comutato del merito tra gli ordini del giorno.
Ma se la decisione del Collegio dovesse essere confermata, quindi se i prof si ostineranno a rifiutare la nomina dei docenti da inserire nel Comitato di Valutazione, allora potremmo cominciare a parlare di una nuova protesta anti-riforma. Più sottile di quella condotta verso la fine dello scorso anno scolastico. Ma forse più effcace. Perchè la mancata adozione dei principi chiave della 107 potrebbe creare più di qualche problema a dirigenti e Miur.
Come già scritto in un altro articolo, per i parlamentari M5s in commissione Cultura di Camera e Senato del Movimento 5 Stelle, con la valutazione dei prof “il Governo sta cercando di inquinare la scuola, che fino ad oggi era rimasta una delle poche ‘isole felici’ del nostro sistema, mettendo in competizione tra loro i docenti. Un principio, quello del tutti contro tutti, che risponde alla peggiore logica privatistica”.
E questo i docenti del liceo pescarese l’avrebbero compreso: “è un precedente che sosteniamo. Auspichiamo che il loro esempio di disubbidienza civile venga seguito anche da altri istituti perché il mondo della scuola non può essere svilito come, invece, sta facendo la Legge 107”, hanno concluso dal M5S.
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