Il M5S insiste: se andiamo al Governo cancelliamo, di sicuro, la riforma della Scuola. Anzi: solo noi possiamo farlo, visto che non l’abbiamo votata in Parlamento.
Non sappiamo se le votazioni politiche si faranno in autunno, un’ipotesi che tra l’altro penalizzerebbe i lavoratori della scuola visto che dimezzerebbe i già ridotti aumenti di stipendio: di sicuro, però, la campagna per convincere gli italiani è già iniziata.
E la Scuola, come già accadde con il Governo Renzi, è uno dei punti centrali nei discorsi dei politici. Così è andata anche per Luigi Di Maio, vice presidente della Camera e deputato M5S, che nel corso di un comizio a Monza, ha detto che il suo partito è l’unico di cui ci si può fidare se si vuole giungere alla radiazione della contestata Legge 107 del 2015.
Nel mirino dei “grillini”, però, ci sono anche altre due riforme: quella delle pensioni, approvata un Governo ancora prima, e quella del lavoro.
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“Il nostro obiettivo – ha detto Di Maio – è andare al governo ed eliminare subito tre leggi: la Fornero, il Jobs act e la Buona Scuola. Queste tre leggi le potrà abolire solo chi non le ha votate. Abbiamo un’unica opportunità per far saltare un po’ di vergogne in questo Paese, affidarci e fidarci di chi queste vergogne non le ha votate”, ha sottolineato Di Maio.
Insomma, la strategia è chiara: a noi quelle riforme non piacciono. E siccome lo stesso vale per milioni di cittadini, dateci milioni di voti che ci pensiamo noi a cancellarle. Su come farà il M5S a spazzare via le riforme, però, al momento non è chiaro: la riforma delle pensioni, per fare un esempio, è stata funzionale per far quadrare i conti dello Stato e dell’Inps. Tornare indietro, andando in pensione poco dopo i 60 anni, piuttosto che a ridosso dei 70 anni, porterebbe senz’altro molti consensi. Ma rischierebbe di far saltare il già difficile equilibrio finanziario su cui poggia la gestione del Paese.
Si potrebbero ricavare gli stessi soldi con risorse alternative, è stata la replica espressa in passato dal M5S. Bene: fateci sapere quali. Possibilmente prima che si torni a votare. Da questo “particolare” potrebbero dipendere milioni di voti in occasione delle prossime elezioni politiche italiane.
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