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Riparte il Comitato tecnico per le disabilità

Nella giornata del 21 settembre si è insediato a Roma, presso il Ministero della Pubblica Istruzione il Comitato tecnico scientifico sulla disabilità.
Oltre ai tecnici chiamati a far parte del Comitato erano presenti il ministro Giuseppe Fioroni ed il Sottosegretario Letizia De Torre.
Obiettivo del Comitato, che ha funzioni unicamente consultive e propositive, è quello di individuare politiche efficaci per garantire una piena integrazione nella scuola italiana dei ragazzi diversamente abili.
Fra i primi problemi che esso dovrà affrontare vi è quello della ridefinizione dei criteri per l’assegnazione dei docenti di sostegno alle scuole.
Attualmente gli organici di diritto sono sempre calcolati facendo riferimento al rapporto di un docente ogni 138 alunni, secondo quanto previsto dalla legge n. 449 del 1997. Il Comitato dovrebbe formulare proposte per superare questo criterio, considerato eccessivamente rigido e inadeguato a rispondere alle reali esigenze dei soggetti disabili (tanto è vero che ogni anno il numero delle deroghe concesse dai direttori regionali supera ampiamente gli stessi organici di diritto).
Altro tema che dovrà essere preso in considerazione dal Comitato è quello dei rapporti interistituzionali con gli Enti locali e il Ministero della Salute: per sopperire al fatto che, al momento della formazione del Comitato, ci si era “dimenticati” di inserire fra i componenti anche i rappresentanti degli Enti Locali, adesso è stato deciso che ci sarà un apposito gruppo di lavoro che si occuperà dei rapporti con Comuni, Province e Regioni anche allo scopo di mettere a punto le nuove linee guida per i processi di integrazione.
Appare alquanto discutibile, invece, la previsione (così almeno si legge nel comunicato stampa ufficiale) di “affrontare il problema della formazione del personale specializzato e del suo ruolo all’interno del gruppo docente, nonché dell’elaborazione di una metodologia didattica mirata alla personalizzazione degli insegnamenti”: intanto, come è noto, i programmi di integrazione devono necessariamente prevedere il coinvolgimento (e quindi una adeguata formazione) non solo dei docenti specializzati ma anche del contesto scolastico nel suo complesso; preoccupa anche il fatto che al Comitato venga affidato il compito di elaborare (sia pure in modo propositivo e consultivo) una “metodologia didattica” da suggerire alle scuole e agli insegnanti.
E poi c’è quel riferimento alla “personalizzazione degli insegnamenti” che, inevitabilmente, creerà qualche malumore fra i fautori della discontinuità rispetto all’ “era Moratti”.
Il Comitato ha già messo a punto un intenso calendario di incontri e certamente nei prossimi mesi sapremo qualcosa di più su come il Ministero intende affrontare nel concreto i problemi dell’integrazione. Intanto, nell’immediato, si tratta di decidere se nella legge finanziaria in fase di stesura vi debba essere già qualche riferimento alle modalità di calcolo degli organici.

Reginaldo Palermo

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