Categorie: Politica scolastica

Rusconi (Anp): l’anno parte con 2mila scuole in reggenza, ma si parla solo dei presidi sceriffo

L’anno scolastico è alle porte e mai come stavolta sono diverse le incertezze con cui si parte. Una di queste riguarda le dirigenze “scoperte”, che sta costringendo gli Uffici scolastici regionali ad assegnare centinaia di istituti in reggenza. A rendere ancora più difficile la situazione è il fatto che dal 1° settembre 2015 i vicari che non ci saranno più: la Legge di Stabilità ha infatti previsto la loro cancellazione. Una doppia mancanza che potrebbe creare non pochi problemi nelle scuole. Proprio nell’anno della riforma.

Di questo argomento, abbiamo parlato con Mario Rusconi, vicepresidente Anp, il primo sindacato in Italia per numero di dirigenti scolastici iscritti: laureato in lettere classiche, dirigente di scuola per molti anni, Rusconi ha anche coordinato il gruppo di lavoro che ha redatto la Carta dei Servizi scolastici sotto la guida di Sabino Cassese.

 

Preside Rusconi, perchè a fronte di una riforma della scuola tanto attesa, a settembre rischiamo di partire con un altro anno contrassegnato da oltre mille istituti senza dirigente scolastico?

Purtroppo saranno circa 1.700 scuole saranno senza preside, in quanto non vi sono immessi in ruolo; altre 500, circa, non hanno una dimensione tale da consentirne l’autonomia e quindi l’assegnazione di un dirigente scolastico. Se nulla di nuovo interverrà (e nulla è prevedibile), più di 2mila istituti saranno senza il loro dirigente e verranno affidati in reggenza ad altrettanti colleghi, già oberati di lavoro.

 

Quanti presidi andranno in pensione il prossimo 1° settembre?

I dirigenti scolastici in pensione da settembre sono circa 700 e sono stati ‘contabilizzati’: questo numero prevedibile, con effetto 1° settembre 2016, porterà così altre 700 scuole senza dirigente, sempre se nulla cambia.

 

L’ultimo concorso per diventare dirigenti nella scuola è stato bandito nell’estate del 2011 e il nuovo si continua a rimandare: per quale motivo?

Su questo aspetto, sono stati numerosi gli annunci del Miur: il concorso sarà bandito a settembre 2014; no, a dicembre 2014; no, a marzo 2015. E così via. Tanto che finora non si intravede la luce. Notizie di corridoio sostengono che la sua mancata indizione dipenda dal ministero dell’Economia e delle Finanze, che non “desidera” spendere oltre. Bizzarra, stravagante forma di risparmio, che contraddice tutte le buone intenzioni del Governo sulla centralità della scuola.

 

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A complicare tutto ci si è messa la Legge di Stabilità, che ha fatto sparire i vicari.

È così: oltre 2mila scuole saranno, in pratica, lasciate a se stesse, senza neppure poter contare sui vicepresidi, che una incomprensibile norma della ‘Finanziaria’ ha abolito dal punto di vista delle ore disponibili per la conduzione delle scuole. L’Anp ha chiesto al Governo un provvedimento urgente per cercare di sanare, almeno in parte, la situazione.

 

Lei crede che a novembre, come ha detto il ministro, arriveranno i collaboratori dell’organico potenziato?

Di sicuro, al momento, c’è solo l’indeterminatezza delle date riguardanti l’assegnazione alle scuole di quote di docenti per il potenziamento: prima ottobre, poi novembre, ma non è detto che si vada oltre. Il problema è che il cosiddetto organico aggiuntivo vanifica la possibilità di utilizzare fin dall’inizio dell’anno scolastico i docenti per la gestione e l’organizzazione interna. Inoltre, anche qualora ciò avvenisse, c’è la concreta possibilità che questi docenti possano rimanere nell’attuale “sede di precariato”, per lo più al Sud.

 

Cosa accadrà, invece, nelle scuole del Settentrione?

C’è il pericolo che la gran parte di scuole del Nord, dove c’è il maggior numero di sedi disponibili per il ruolo, rimangano senza l’organico di potenziamento. Quindi, ci ritroveremmo con molte scuole senza dirigente, senza vicepresidi e senza organico supplementare.

 

Viene da chiedersi, a questo punto, come faranno i dirigenti nei primi mesi di scuola? Soprattutto quelli che hanno da gestire più sedi, distanziate anche decine di chilometri l’una dall’altra?

Si è spesso, in questi mesi, sproloquiato sul preside sceriffo. Date queste premesse, consiglierei di cambiare termine: sarebbe più appropriato parlare di presidi martiri, angeli o, laicamente, ultra-stakanovisti. Tuttavia, la vita democratica di un Paese non può essere lasciata alla fortuna di avere persone eccezionali. Deve, invece, basarsi sul lavoro e l’impegno di persone normali, a cui sia stata garantita una buona ‘governance’.

 

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Alessandro Giuliani

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