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Save the Children: “Tutelare i minori migranti soli”

“Il gravissimo caso avvenuto a Ragusa di violenza sessuale nei confronti di una ragazza sedicenne sbarcata da sola in Italia, senza familiari, mette in evidenza la necessità di rafforzare tutte le reti di protezione nei confronti dei minori stranieri non accompagnati che giungono in Italia e che, proprio perché soli, sono particolarmente vulnerabili”: così ha detto la direttrice di Programmi Italia-Europa di Save the Chilren, commentando il caso di violenza nei confronti di una minore straniera consumatosi all’interno della scuola che frequentava, da parte, secondo gli inquirenti – che hanno diffuso anche un video in cui si vede l’uomo approcciare verbalmente la ragazza – di un collaboratore scolastico 53enne tratto in arresto.

 

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“Sono più di 4.800 i minori soli giunti in Italia solo nell’ultimo anno. In troppe circostanze questi adolescenti, talvolta poco più che bambini, sono preda di circuiti di violenza e di sfruttamento. È di pochi mesi fa la condanna, sempre in Sicilia, in provincia di Siracusa, di un “tutore volontario” che, sfruttando il suo ruolo, abusava ripetutamente di ragazzi minorenni che gli erano stati dati in affido”.

 “Nel caso di Ragusa, sembra sia stato fondamentale il ruolo di un’educatrice della struttura di accoglienza che ospitava la ragazzina. L’educatrice è stata infatti in grado di interpretare i segnali di disagio della minore e di attivare un intervento coordinato da parte delle istituzioni coinvolte. Questo mette in evidenza la necessità di promuovere la formazione di tutti gli operatori che sono a contatto diretto con i minori stranieri non accompagnati affinché siano sempre in grado di ascoltare e interpretare, in modo tempestivo, ogni segnale di disagio che giunge da un minore e quindi saper attivare gli interventi necessari. Come Save the Children crediamo che ogni struttura che accoglie i minori, così come le stesse scuole, debbano dotarsi di procedure e metodologie di intervento per prevenire e ridurre i rischi di abuso e di violenza”.

Pasquale Almirante

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