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Sciopero 17 novembre, scuole a rischio chiusura: a docenti e Ata mancano 400 euro al mese. La Cgil sfida il Governo: sarà battaglia lunga

“Al personale della scuola questo Governo sta negando 400 euro al mese, altro che aumenti: con una mano si dà e con l’altra si toglie. Ecco perché andiamo allo sciopero ed è solo il primo di una lunga mobilitazione”: così si è espressa la Cgil, alla vigilia dello sciopero del 17 novembre, organizzato con la Uil, per chiedere di cambiare la manovra e le politiche economiche e sociali dell’esecutivo Meloni.

Malgrado la precettazione imposta dal Governo, che ha costretto a ridurre a 4 ore lo stop dei trasporti, , durante una conferenza stampa tenuta nella sede di Corsa d’Italia, Maurizio Landini ha detto di essere sicuro che “le piazze saranno piene e non siamo che all’inizio”, perché in tutto sono previste cinque giornate di scioperi.

Dal Governo c’è “un attacco alla Costituzione a 360 gradi” e “non ci fermeremo finché non avremo ottenuto di cambiare le sue politiche”.

La scuola sarà in prima linea: “l’inflazione dell’ultimo triennio – ha detto Gianna Fracassi, leader Flc-Cgil – si è letteralmente mangiato il 18% dello stipendio e il 5,8% che arriva a dicembre con l’indennità di vacanza contrattuale si commenta da solo. La perdita sul triennio 2022-24 per il personale della scuola sfiora i 5.000 euro, perché mancano a docenti, Ata e dirigenti scolastici almeno 400 euro al mese”.

La sindacalista Confederale ha quindi definito “pura demagogia i 900 euro medi di arretrati che arriveranno a fine 2023”.

I punti nevralgici su cui bisognava intervenire, ha continuato Fracassi, erano e rimangono invece diversi. A iniziare da quello dei pensionamenti, con nessuna modifica alla Legge Fornero, come invece promesso in campagna elettorale, e addirittura palesi peggioramenti per Quota 103, Opzione donna, Ape Social, con la ‘chicca’ finale della rideterminazione in negativo delle aliquote di una parte di dipendenti di alcuni settori, anche nella scuola, appartenenti agli istituti paritari”.

La Cgil ha quindi toccato il tema delle mancate assunzioni dei precari, del personale Ata, che rappresenta uno dei pilastri della comunità educante”, della riforma delle scuole superiori, sempre più legate a doppio filo con il mondo industriale, dell’autonomia differenziata, che come già accaduto con la Sanità andrebbe a danneggiare anche le scuole più virtuose oltre che quelle del Sud.

Il sindacato ha anche calcolato che saranno 827 le scuole ad essere accorpate per via della politica governativa che ha approvato già lo scorso anno un nuovo “dimensionamento”.

La Cgil ha quindi annunciato una campagna in difesa dei diritti costituzionali e sociali. Anche su questo fronte sarà centrale il ruolo della Flc-Cgil, con una “carovana” che attraverso “il camper dei diritti” andrà ad illustrare ai cittadini “i pericoli che questo Governo sta producendo per i lavoratori e il futuro del Paese”.

Sono quattro i temi che toccherà l’organizzazione sindacale girando per l’Italia fino ad inizio estate: la questione salariale nei settori della Conoscenza, la precarizzazione del lavoro, la privatizzazione e il definanziamento di Scuola, Università, Ricerca e Afam, l’autonomia differenziata prevista dal ddl n. 615 caldeggiato dalla Lega.

Alessandro Giuliani

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