Cerchiamo in un momento difficile come quello che stiamo attraversando con le modalità di didattica a distanza di riflettere sul valore e l’importanza dell scrittura.
Un tempo non esistevano i computer, non esistevano i cellulari eppure l’unico modo di scrivere era quello a mano. Ora, invece, abbiamo dimenticato di scrivere a mano, non sappiamo più impugnare una penna in mano.
Ci pesa, ci sembra un macigno tra le dita eppure è così leggera che le parole dovrebbero scorrere sui tratti di un filo usando la penna. Anticamente si scriveva con le penne d’oca che si intingevano nei calamai. E chi non ricorda i vecchi banchi inclinati dove era posto il calamaio.
Poi siamo passati alla penne stilografiche a basso costo per giungere alle biro, ossia le penne a largo uso e consumo.
É importante e fondamentale per i bambini e gli adolescenti utilizzare le penne per iniziare a scrivere. Scrivere a mano e fondamentale soprattutto per lo sviluppo del pensiero. Si tratta di un esercizio mentale molto efficace soprattutto per lo sviluppo cognitivo dei nostri alunni. E stato studiato scientificamente che esiste una stretta correlazione tra la penna e il cervello. La scrittura a mano è intrinsecamente legata con la nostra struttura cerebrale e scrivere con la penna affina molto le capacità cognitive degli alunni. Insomma esiste un filo diretto tra la scrittura a mano e il cervello.
Scrivere invece al computer non produce la stessa efficacia della scrittura a mano. Quella fatta al computer è una scrittura avara, meccanica, priva di sentimenti, Insomma è una scrittura fine a sé stessa.
Un tempo si scrivevano le lettere a mano e quanti pensieri dolci, ricchi di vero sentimento, di amore correvano attraverso il filo della scrittura a mano. Ora si utilizzano i messaggi, le emoticon e gli adolescenti (e non soltanto loro) hanno dimenticato il piacere delle emozioni e dei sentimenti che si provano con la scrittura. I nostri alunni è vero che sono nativi digitali, ma facciamoli ancora innamorare della scrittura a mano. Sicuramente cresceranno meglio.
Mario Bocola
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