Attualità

Scrivono “dovete uccidere quelle maestre” su Facebook: 23 indagati

Grave episodio di violenza virtuale e cyberbullismo su cui sta indagando la Procura Di Grosseto.

Sono stati iscritti sul registro degli indagati 23 individui a causa delle frasi shock che hanno rivolto a delle insegnanti, che in base a quanto riporta l’ADNKronossono sotto processo per i maltrattamenti in un asilo.

Non solo diffamazione

L’ipotesi nei confronti dei 23 indagati non è soltanto quella di diffamazione: il pm ha aggiunto anche il reato di istigazione a commettere altri reati. Perché i messaggi che sono stati pubblicati non conterrebbero solo parole di odio nei confronti delle donne finite sotto processo ma, secondo il magistrato, avrebbero potuto spingere qualcuno a fare loro del male.

Si tratta di pagine e pagine di commenti, pubblicati su alcuni profili Facebook che riportavano la notizia del processo in corso a carico delle maestre e del personale dell’asilo quelle che sono state consegnate alla Procura.

I commenti: “Vanno linciate”, “Vanno pestate a sangue”

Fra i vari commenti riportati, eccone alcuni, ad opera per lo più di donne, evidentemente agguerrite per i presunti maltrattamenti che le maestre avrebbero inflitto agli alunni: “La prigione per queste persone non esiste – si legge in alcuni dei commenti – si sono permesse di toccare delle anime innocenti, vanno pestate a sangue”. “Vanno linciate – scrive un’altra delle indagate – Loro hanno malmenato i bambini allora le beccavo una ad una da sole in un vicolo e ti giuro le riempivo di legante fino a chiedere perdono in ginocchio e poi le avrei finite di ammazzare. Non capisco come mai i grossetani di fronte al fatto di incontrarle stanno zitti… i bar non dovrebbero farle entrare e la gente dovrebbe urlare vergogna al proprio passaggio”.

Escalation di violenza

Si tratta di una vicenda molto complicata: da un lato un processo per presunti maltrattamenti a bambini in un asilo a carico di tre maestre. Dall’altro lato una “squadra” di odiatori virtuali, mossi da risentimento, che augurano la morte alle donne, che comunque, è bene sottolinearlo, ancora non hanno avuto una sentenza definitiva da parte del Tribunale che le dichiara colpevoli.

Quello che c’è di certo è che la violenza, di questi tempi, sembra non essere mai troppa. Sia offline, che online. Purtroppo. E la scuola e chi la vive, diventa spesso teatro di scontri di questo genere.

Fabrizio De Angelis

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