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Scuola media, Rusconi (Anp Roma) punta il dito: “Non fornisce adeguata preparazione ai ragazzi che alle superiori spesso abbandonano”

Le elezioni del 25 settembre si avvicinano e i politici in campagna elettorale riducono al Covid e alla Dad i problemi della scuola. Eppure, secondo Mario Rusconi, presidente dell’Anp Roma, le questioni da affrontare sono decisamente altre. Il capo dell’associazione dei presidi capitolina sposta l’attenzione sulla scuola media che secondo lui “non riesce più a fornire un’adeguata preparazione curriculare ai nostri studenti, che alle prime difficoltà incontrate negli insegnamenti delle scuole superiori spesso si scoraggiano e abbandonano, soprattutto nel meridione del nostro paese”.

“Non è una contrapposizione tra tipologia di indirizzo scolastico licei contro istituti tecnici e professionali – spiega Rusconi – quanto invece colmare quelle lacune formative offrendo agli studenti curricula flessibili sin dalle scuole medie per affrontare con serenità le scuole superiori”.

Le proposte di Rusconi

Rusconi consegna poi all’Adnkronos le sue proposte per le scuole medie: “Si potrebbero prevedere attività didattiche fino al pomeriggio, proprio come per le scuole elementari. Una presenza protratta a scuola dei ragazzi che offrirebbe loro la possibilità di affrontare con maggiore approfondimento gli insegnamenti di studio”.

Il presidente dell’Anp Roma affronta poi l’argomento classi pollaio: “Oggi la percentuale considerata è l’1% tra le circa 400.000 classi sparse in Italia, un numero comunque considerevole poiché vuol dire circa 4.000 su tutto il territorio nazionale. Il dato però andrebbe calcolato per vivibilità in classe: alunni/mq e non sulla presenza massima consentita per legge”.

Dad demonizzata, non va gettato tutto

Rusconi infine esprime il suo pensiero sulla didattica a distanza, oggi considerata il male assoluto della scuola italiana (“ma è riuscita comunque a tenere insieme studenti e alunni in piena emergenza”) e crede che bisognerebbe parlare di didattica in presenza integrata col digitale in modo da ampliare l’offerta formativa e le possibilità di apprendimento delle nuove generazioni e non gettando via quanto fatto finora.

“Anche agli insegnanti -chiude Rusconi- andrebbe garantita una maggiore perequazione economica valutati sulla base di obiettivi raggiunti. Stiamo preparando le giovani generazioni al futuro ma la nostra scuola, quella del XXI secolo, che si confronta con le sfide della quarta rivoluzione industriale ancora si muove lungo i sentieri dell’epoca gentiliana”. 

Daniele Di Frangia

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