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Sessualità, giovani e Covid-19: indagine dell’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza

In base ai risultati dell’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza della Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss), il cui questionario è stato pubblicato sul sito Skuola.net e al quale hanno risposto 3500 ragazzi fra gli 11 e i 24 anni, si è attestato che  il virus ha  inciso nelle relazioni affettive e sessuali dei ragazzi più giovani o nei giovani adulti spingendoli ancora di più all’uso di applicazioni o della rete internet per incontrare gli altri. 

Condizionati dal Covid, i ragazzi hanno ritardato il momento della “prima volta”. Metà degli intervistati afferma infatti di non aver mai avuto rapporti sessuali. E anche fra chi ha già avuto rapporti, il 40% non ha avuto relazioni sessuali da quando è iniziata la pandemia, il 20% le ha avute ma in misura ridotta. Solo il 22% ha continuato come prima e il 18% ha invece aumentato i contatti sessuali. 

Sono apparse differenze significative in base all’età, ma non all’orientamento sessuale e al genere. I ragazzi più grandi hanno avuto una maggiore riduzione dei contatti sessuali, rispetto ai più piccoli che dichiarano, per la maggior parte, di non aver avuto mai rapporti o non aver avuto relazioni sessuali nel periodo della pandemia.

Secondo la maggior parte (61%) dei partecipanti all’indagine, il Covid-19 non ha avuto impatto sull’uso di internet nell’attività sessuale dall’inizio della diffusione del virus. Solo uno su quattro (25%) ammette di aver aumentato l’uso del web mentre il 14% dichiara addirittura di averlo diminuito. Sono principalmente i maschi (33,1%) ad aver aumentato l’uso di internet collegato al sesso e chi ha un orientamento omosessuale (40,2%) e pansessuale (31,8%).

Le limitazioni sociali sembrano aver influenzato la sfera affettiva per una parte dei giovani: un ragazzo su tre (33,1%) afferma di aver ridotto le relazioni proprio per colpa delle restrizioni. Il 28,2% invece dichiara di non aver avuto cambiamenti, il 20,8% di aver avuto più relazioni affettive rispetto a prima della pandemia, mentre il 17,9% attualmente non ha relazioni affettive.

Sono emerse differenze significative in base all’età e all’orientamento sessuale, ma non in base al genere. Sono infatti i ragazzi più grandi, tra i 19 e i 24 anni (36,8%), e i ragazzi che si definiscono asessuali (43,4%) ad aver avuto una riduzione maggiore delle relazioni affettive a causa del Covid-19, mentre i pansessuali (31,9%) dichiarano maggiormente di aver avuto più relazioni affettive rispetto a prima.

Con la pandemia, il 46,6% dei giovani non ha modificato l’uso di internet per le proprie relazioni affettive, ma il 40% dichiara di aver aumentato l’uso di internet a questo scopo rispetto al periodo precedente alla pandemia e il 13,4% di averlo diminuito. Specie nella fascia tra i 15 e i 18 anni (41,4%) e i giovani di orientamento omossessuale (52,5%) e pansessuale (55,2%) hanno aumentato il tempo speso online per portare avanti la propria relazione affettiva. 

Durante il periodo di isolamento, alcuni ragazzi (29,1%) hanno aumentato l’uso di internet per procurarsi materiale porno, per lo più i più piccoli tra gli 11 e i 14 anni (13,9% ‘molto aumentato’), i maschi (16,1% ‘molto aumentato’) e i ragazzi con orientamento omosessuale (17% ‘molto aumentato’) e di cui il 9,1% dichiara di aver aumentato molto il ricorso a internet per questo scopo. Il 26% invece non riporta nessun cambiamento rispetto a prima e il 37,2% dice di non averlo mai visionato. 

I ragazzi che usano le app di incontri per cercare partner sessuali sono il 15,2%, tra cui il 3,6% le usa ogni giorno, il 4,7% più volte a settimana, lo 0,7% una volta al mese e il 6,2% le utilizza poche volte. L’utilizzo quotidiano di app per la ricerca di partner sessuali coinvolge maggiormente i ragazzi tra i 19 e i 24 anni (10,1%), i maschi (6,7%) e i ragazzi pansessuali (18,2%) e asessuali (12,1%). Le app di incontri sono utilizzate con la stessa frequenza anche per la ricerca di partner affettivi (15%). Tra questi, infatti, il 3,7% le usa più volte al giorno, il 4,4% più volte a settimana, l’1% circa una volta al mese e il 5,9% solo poche volte. L’utilizzo quotidiano di app per la ricerca di partner affettivi coinvolge maggiormente i ragazzi tra i 19 e i 24 anni (10,3%), i maschi (6,5%) e i ragazzi pansessuali (16,3%) e asessuali (11,7%). 

Rispetto all’uso delle app per incontri, i giovani che le considerano un buon mezzo per ricercare partner affettivi e sessuali sono il 18,3%, mentre la maggior parte (43,3%) dichiara che non sempre lo sono. 

Pasquale Almirante

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