I lettori ci scrivono

Si salvi chi può in una Scuola che può sempre di meno

Mi chiedo, alla luce dell’attuale situazione scolastica, se qualcuno non senta il peso di una Scuola dove l’insostenibile peso di lavoro non fa che esaurire tutti i buoni propositi del mondo.

Un docente non è ricaricabile alla pari delle batterie, ficchiamocelo in testa: c’è un freno a tutto, anche in fisica vige il principio di elasticità!

Ci sono situazioni al limite, basta guardarsi un po’ in giro, per rendersene conto: chi presta servizio lo fa fino ad orari estenuanti, pur di chiudere i battenti di impegni improcrastinabili. La soglia di casa, poi, non è, assolutamente, una pausa dal lavoro; anzi, un suo prolungamento tra verifiche e lezioni da programmare, per non dire dei solleciti telefonici h 24, cui ognuno risponde della propria pazienza. A me tutto ciò sembra assurdo, anche perché il pendolo di Foucault occupa sempre più il tempo degli adulti e meno un serio progetto per gli studenti.

Ci stiamo rendendo conto che i ragazzi sanno scrivere sempre meno o no? Spesso gli editori di testate giornalistiche, per fare un esempio, chiedono notizie semplificate pur di farle arrivare il più possibile a tutti: al di là del taglio di scrittura il punto è che in molti sono ad evidenziare problemi di comprensione. La scuola deve necessariamente salvarsi per risollevare le sorti del futuro del Paese: schiavi di carte mentre fuori c’è chi non capisce realmente un’acca. Si salvi chi può, allora!

Francesco Polopoli

I lettori ci scrivono

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