Sorpresa: l’asfittico mercato della lettura tenuto su dai giovani

Il rapporto degli italiani con la lettura continua ad essere contrassegnato da una sorta di idiosincrasia: nel 2008 coloro che nell’arco dell’anno sono riusciti a leggere almeno un libro sono stati 24 milioni, poco meno dell’1% in più rispetto al 2007. Ed appena il 13,2% (comunque più di  3 milioni di persone) legge un libro al mese. Ciò significa che la maggior parte degli italiani continua ad essere “allergica” ai libri. O meglio: molti li comprano, soprattutto quando si tratta di acquistarli assieme a quotidiani o riviste, ma poi vengono riposti nelle librerie per fare solo bella mostra.
Del resto si sa: non siamo un popolo di lettori. Anche il numero di quotidiani venduti ogni giorno è di gran lunga inferiore a quello di Paesi vicino a noi come la Francia o la Germania. Ma se si va a guardare la fascia dei giovani, le percentuali di coloro che si dedicano con una certa continuità alla fruizione di in libro si osserva un’impennata. Ora sembrerebbe che questo avvenga non solo perché i giovani sono obbligati a leggere per motivi legati alla formazione scolastica ed universitaria. La metà dei bambini tra sei e dieci anni, ad esempio, dichiara di leggere almeno un libro non di scuola all’anno. E lo stesso fanno quasi tre adolescenti su quattro (il 73%), fra gli 11 e i 14 anni. Subito dopo l’interesse per la lettura inizia a calare: e nemmeno di poco, visto che tra i ragazzi fra i 15 e i 17 anni si scende al 56%. Un numero, comunque, sempre superiore alla media nazionale.
I dati sono contenuti nel Rapporto 2009 sullo stato dell’Editoria in Italia e sono stati presentati il 14 ottobre a Francoforte dalla Associazione italiana editori, in occasione dell’inaugurazione dello “Spazio Italia”, all’interno della maggiore fiera del libro europea. Dal Rapporto sembra emergere anche un dato che gli esperti di comunicazione e formazione farebbero bene ad approfondire: gli acquisti di prodotti editoriali on line hanno fatto registrare un +26,8%. Fin qui nulla di strano: le nuove tecnologie sono protagoniste permanenti di un trend di crescita ormai da diversi anni. E quindi anche l’editoria applicata al digitale non è da meno. 
L’attaccamento dei giovani e giovanissimi per la lettura non entrerebbe però in competizione con la fruizione delle nuove tecnologie. In pratica i cellulari, gli i-pod, internet e tutti i congegni iper-tecnologici utilizzati quotidianamente dai ragazzi non sottrarrebbero tempo alla lettura tradizionale. Ma q
ualcosa non torna: tra scuola, studio, amici, computer (e affini) e lettura quanto dura la giornata dei nostri ragazzi? A meno che non abbiano deciso, più o meno consciamente, di dedicare più tempo ai propri interessi, tradizionali e moderni che siano, sottraendone altro a pratiche, come uscire con i “pari” o fare sport, sino a ieri ritenute prioritarie.
Alessandro Giuliani

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