“Non è vero che la legge di bilancio ha diminuito le risorse per i docenti di sostegno”: a dirlo, in modo perentorio, è stato il titolare del Miur, Marco Bussetti, nel corso del question time in Senato, rispondendo alla senatrice Vanna Iori del Pd che sottolineava come quest’anno si avranno 73 milioni in meno per il sostegno.
“Il ministero continuerà a dare sostegno a tutti gli alunni con disabilità certificata, nessuno escluso. Il bilancio approvato non contraddice quanto ho affermato. È concreto l’impegno per l’effettiva inclusione scolastica”, a partire dall’avvio dei corsi di specializzazione sul sostegno, che a breve partiranno per 40 mila docenti.
Il ministro dell’Istruzione, quindi, ha voluto mandare un messaggio chiaro: è vero che tra il 2019 e il 2021 il “conto” del Miur prevede, attraverso la legge di bilancio, una diminuzione complessiva di poco inferiore ai 4 miliardi legata in larga misura alle spese di personale (300 milioni, però riguardano la ricerca) e che la riduzione riguarda le supplenze con scadenza 30 giugno dell’anno successivo (il cosiddetto organico di fatto), a partire da quelle di sostegno.
Si tratta, tuttavia, come spiegato alcuni giorni fa dalla Tecnica della Scuola, solo di un piccolo “trucco contabile” per dimostrare all’Unione europea che l’Italia intende impegnarsi nella riduzione della spesa corrente.
Ora, poiché il ministro non può rendere pubblica questa spiegazione, si è giustamente limitato a dire che non ci sono stati tagli.
Per Simona Malpezzi, vicepresidente del gruppo Pd in Senato, nella legge di bilancio, però, “non sono stati messi fondi per l’assunzione degli insegnanti di sostegno”.
“Un uomo di scuola come Bussetti non può venire nell’Aula del Senato a difendere l’indifendibile, perché le sue dichiarazioni sono smentite dalla legge di Bilancio. A settembre non ci saranno le nuove assunzioni a tempo indeterminato di 40 mila insegnanti di sostegno, come era stato previsto, perché il governo M5s-Lega non ha stanziato un euro per l’integrazione scolastica degli alunni e degli studenti disabili”.
“Il governo del cambiamento – ha concluso Malpezzi – ha cambiato il lessico: ha predisposto la formazione di 40 mila insegnanti per il sostegno. Ma formazione, fino a prova contraria, non significa assunzione. Questo vuole dire che molti bambini e ragazzi rimarranno senza i docenti di sostegno”.
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