Studenti, parte la campagna “Uniamo i diritti”: l’obiettivo è una carta nazionale

Una carta nazionale di riconoscimento dei diritti degli studenti universitari: a chiederla è un pool di associazioni studentesche, come risposta all’incontro del 24 marzo dei rappresentanti del Consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu) con il ministro Gelmini. L’attesa del confronto – ha detto Giorgio Paterna, coordinatore dell’Udu – è svanita presto: durata dell’incontro 15 minuti. Questa è l’attenzione che il Ministro dedica agli studenti. Avremmo voluto discutere dello stato dell’università italiana, dei lavori delle commissioni che in questi giorni stanno modificando gli statuti delle università. Ma soprattutto volevamo portare le esigenze degli studenti universitari e delle proposte concrete”.
Gli studenti, delusi, hanno così fatto partire la campagna “Uniamo i diritti” per il riconoscimento di una carta nazionale degli studenti e delle studentesse: “oggi per gli studenti – sostiene il rappresentante Udu – non sono previsti dei diritti certi e garantiti, scritti e codificati in un sistema di regole. Avere regole certe significa poterne esigere il rispetto. Per questo pensiamo che sia necessaria l’approvazione di una carta nazionale in cui siano stabiliti diritti su didattica, esami, tirocini, diritto allo studio, diritto alla mobilità, diritto alla valutazione. Questo Governo crede che si possa imporre all’interno degli atenei un modello autoritario e aziendalista in cui non c’è spazio per le opinioni degli studenti e non c’è rispetto dei loro diritti. Mentre per noi senza gli studenti la democrazia non esiste”.
Ad aderire all’iniziativa, oltre l’Unione degli Universitari, sono stati gli Studenti Per di Trento Udu di Venezia, Sinistra Universitaria della Statale di Milano, Le formiche democratiche della Cattolica di Milano, La terna sinistrorsa del Politecnico di Milano, le ListediSinistra della Bicocca di Milano, Officina 33 di Bergamo, il Sindacato degli universitari di Bologna, Agorà di Urbino e Officina Universitaria di Macerata. La campagna ha già ricevuto firme di sostegno da diversi personaggi del mondo della cultura e del sindacato: tra gli altri, Dario Fo, Franca Rame, Fiorella Mannoia, Silvia Calamandrei, Vera Lamonica, Rossana Dettori e Domenico Pantaleo.
Intanto, a proposito di diritti negati, da Cagliari gli universitari dell’Udu locale hanno denunciato lo stanziamento di 16 i milioni di euro pubblici – stanziati da Regione Sardegna, Comune di Cagliari, Università degli studi di Cagliari – per la costruzione del College privato Sant’Efisio: “è una struttura privata – spiega Laura Fois, responsabile Udu di Cagliari – di chiaro riferimento cattolico, finanziata dalle amministrazioni pubbliche sopraddette, che si prefigge di offrire la possibilità di studio e di comfort a soli studenti di sesso maschile, che abbiano la possibilità finanziaria di 600 euro mensili di base e che siano disposti a sottostare alle regole di austerità che il “contratto educativo” prevede per ogni studente. Ad ora, in tale College, studiano solamente quattro fortunati, in barba alle migliaia di studenti comuni che – conclude amaramente la studentessa sarda – sono costretti a viaggiare, a pagare un affitto esorbitante e a vivere in stanze fatiscenti”.
Alessandro Giuliani

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