La spesa per l’istruzione in rapporto al Pil, «si attesta in media sul 3,6% nel quinquennio 2014-2018 (3,5% nel 2019)»: lo si legge nel documento programmatico di bilancio inviato dal governo all’Europa.
Lo scrive Il Corriere della Sera che aggiunge: “uno 0,1% in meno, ovvero un segno meno che conferma le indiscrezioni che già circolano sugli investimenti (inesistenti) di questo governo al settore della scuola e dell’educazione in generale”.
A differenza dell’anno scorso, quando il Miur era retto da Valeria Fedeli, “almeno si manteneva una direzione, che era quella tenuta negli anni precedenti, di leggera crescita”, precisa il Corriere. Per quest’anno dunque, “i segnali che arrivano non sono per niente incoraggianti”, “per le dinamiche di medio-lungo periodo si rinvia alle più recenti previsioni elaborate sulla base della metodologia e dello scenario definito in ambito europeo”.
In generale l’istruzione rappresenta la quarta voce di spesa, preceduta dalla protezione sociale (19,1%), dalla salute (7,1%) e dai servizi pubblici generali (6%). Da noi l’istruzione resta una delle ultime voci.
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