Con la stagione invernale, arrivano pure le prime proteste per il ritardo nell’accensione dei termosifoni con l’aggravantedelle finestre da tenere aperte a causa del covid.
E così parte la denuncia da parte del coordinamento nazionale della Rete degli Studenti medi che riferisce all’Adnkronos: “Abbiamo chiesto agli uffici tecnici di province e città metropolitane di anticipare l’accensione dalle 7.30 alle 6 di mattina e posticipare lo spegnimento che normalmente avviene tra le 10 e le 11 alle 14. Anche per arginare al minimo il problema del freddo sentito dai ragazzi a causa delle finestre continuamente aperte”.
“Sugli aeratori d’aria è stato fatto pochissimo anche se sarebbe stata una soluzione importante. Stiamo raccogliendo dati, ma al momento ci risulta che meno di una scuola su dieci li ha installati dall’inizio della pandemia in un continuo rimpallo di responsabilità che incide negativamente sul benessere psicologico degli studenti e si somma ad una situazione di precarietà e inospitalità generalizzata: studenti che non possono fare la ricreazione, scuola militarizzata, in classe con la mascherina, mura spoglie, freddo: sembra di stare in prigione privati della socialità”.
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