Tfa ordinario, l’ira degli abilitati

Mentre sembra avviarsi verso un buon esito l’inclusione dell’anno scolastico 2012/13 in quelli utili alla formazione del triennio per partecipare ai Pa, con i candidati invitati a presentare domanda on line nel bel mezzo dell’estate, non si sblocca la situazione di disagio che stanno vivendo i tanti neo abilitati grazie ai Tirocinio formativo attivo di tipo ordinario. Il Coordinamento nazionale Tfa Ordinario per i neoabilitati “Tfa scuola”, costituitosi su Facebook (evidentemente il successo dei grillini grazie al tam tam democratico via web fa tendenza…), si è dato appuntamento a Roma, la mattina di lunedì 15 luglio, a ridosso del Miur. In centinaia (fino alle ore 14, radunati in largo Bernardino da Feltre) hanno risposto. Mandando un segnale chiaro.
Hanno detto di essere pronti a dare battaglia, anche dura, se non verranno portate a termine almeno tre loro richieste: l’inserimento nelle GaE, equiparando l’abilitazione acquisita attraverso il Tfa a quella conquistata per dieci anni consecutivi attraverso le Ssis; indire un secondo bando di abilitazione, sempre aperto a tutti coloro che sono in possesso solo del titolo di accesso; considerare il Tfa ordinario di rango superiore rispetto a quello conseguito, in futuro, attraverso i Pas (privi di selezione e frequentabili per tutti coloro che hanno conseguito almeno tre anni di supplenze di lunga durata dall’a.s. 1999/2000 ad oggi).
Delle tre richieste, francamente solo quella sull’indizione di un secondo bando sembrerebbe al momento fattibile (seppure in tempi non stretti). Per quanto riguarda la valenza maggiore del titolo conseguito tramite il davvero impegnativo Tfa, rispetto al riservato, la proposta appare di più difficile realizzazione: dal Miur, infatti, in queste ultime ore sembrerebbe prevalere la tesi dell’allineamento del punteggio di valutazione degli anni di supplenze svolte da corsisti Tfa e Pas. Ciò significa che, se passerà questa linea, i precari con servizio nella primavera del 2014, quando si sancirà l’inserimento in graduatoria, si ritroveranno necessariamente davanti ai tanti che avranno come unici titoli presentabili la laurea e l’abilitazione. A tal proposito il presidente del comitato ‘Tfa ordinario in Italia’, Gregorio Capuana, ha detto che stavolta però i “figli di nessuno, hanno voglia di farsi sentire e di avere risposte concrete di fronte a un percorso che anzichè premiare il merito è divenuto un burrone senza fondo a causa dell’invenzione dei tfa speciali, che non hanno meriti, ma anni di servizio”.
Allo stesso modo, rimane difficoltoso pensare che gli abilitati tramite Tfa possano chiedere, con successo, di “accomodarsi” nelle GaE. Prima di tutto perché occorre un’altra norma che superi la trasformazione delle graduatorie permanenti ad esaurimento, introdotta attraverso la Legge n. 296 del 27 Dicembre 2006. In secondo luogo, perché la ferma intenzione del Miur rimane quella di svuotare le graduatorie. Non di certo rinfoltirle con decine di migliaia di nuovi precari.
Sulla vicenda è intervenuta anche l’Anief. Che ha fatto notare come “il Ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, sollecitato sull’importante questione di equità di trattamento del personale abilitato non di ruolo”, abbia “risposto in modo vago e senza assumersi alcun impegno”. Il sindacato autonomo si è rivolto quindi “direttamente al Parlamento. Chiedendo a chi è stato eletto dal popolo di approvare una norma che superi il divieto dell’inserimento nella terza fascia delle graduatorie ad esaurimento degli insegnanti precari”. Del resto, continua l’Anief, “come già previsto per gli ultimi docenti abilitati presso le SSIS o presso i corsi ex-lege 143/04, (…) non si può negare a chi ha ottenuto lo stesso titolo con il medesimo percorso formativo universitario, attraverso i TFA, di collocarsi nelle Gae: (…) in caso contrario, l’Anief ha già predisposto un ricorso formale”.
Alessandro Giuliani

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