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Tra problemi, tavoli prefettizi e polemiche, la scuola si prepara alla pausa natalizia

In Emilia Romagna il Presidente Stefano Bonaccini parla di un piano di trasporto integrato pubblico -privato su gomma pari a 500 pullman in più. Bonaccini spera così di risolvere il problema dei trasporti nella sua Regione per aprire la scuola secondaria di secondo grado il 7 gennaio.

Il problema dei trasporti è comune a tutte le regioni ed è all’ordine del giorno di tutti i tavoli prefettizi previsti dal DPCM del 3 dicembre per l’apertura in sicurezza della scuola secondaria di secondo grado. 
C’è il problema delle grandi città, dove l’incremento del numero dei pullman in orario di punta determinerebbe gravi difficoltà al traffico cittadino ma c’è anche il problema degli orari dei trasporti nelle aree interne, l’Italia non è costituita solo da grandi e medie città.


L’altro problema sono gli scaglionamenti delle entrate e delle uscite, si pensa di indicare due orari di ingresso una alle 8.00 e l’altra alle 10.00 nonché quello degli assembramenti all’entrata e all’uscita dalle scuole, due problemi di cui si discute altresì ai tavoli prefettizi ed evidenziati oggi in un’intervista a Repubblica dal Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità  Brusaferro.


Un altro problema all’ordine del giorno è quello dell’areazione delle aule nelle scuole di ogni ordine e grado, cioè il ricambio d’aria che deve essere costante e non limitato solo all’apertura di porte e finestre ad inizio e a fine dell’ora di lezione, problema mai affrontato dalla Ministra Azzolina anche quando ad Agosto le fu segnalato dal CTS e oggi posto in primo piano in Parlamento dalla Lega e dal Sen.Mario Pittoni.

Il partito di Salvini è passato da un’apertura comunque delle scuole a un’apertura solo in caso di scuole sicure per i trasporti e il ricambio d’aria nelle aule.
Per un’apertura comunque è IV che più volte si è espressa in tal senso con Renzi e la Boschi.
Inoltre tutte le scuole dovrebbero poter utilizzare i tamponi rapidi e le mascherine FP2 non quelle, definite da alunni e famiglie “puzzolenti” che ha comprato il commissario Arcuri a Settembre scorso e che gli alunni rifiutano di indossare.

Molto contestato anche dai D.S. il dato del rientro di non meno del 75%  degli alunni in presenza, come definito, per l’insistenza della stessa Ministra Azzolina, nel DPCM dello scorso 3 dicembre, secondo i chiarimenti della recente nota Bruschi della settimana scorsa. È considerata una percentuale  molto alta e inapplicabile.

Per il problema dei trasporti e dello spazio nelle aule e per il numero di alunni per classe sarebbe stato auspicabile ridurre la percentuale dal 75% al 50%, come era stato previsto nella bozza del DPCM, e non è detto che le Regioni possano prendere autonomamente decisioni in tal senso e ridurre la percentuale del 75%.   

Intanto non si fanno i conti con quella che è la variabile più importante per l’apertura delle Scuole il 7 gennaio, la cosiddetta terza ondata, cioè il contagio che purtroppo continuerà  a correre.
Dipenderà soprattutto dalla crescita del contagio se la scuola aprirà o meno o se aprirà parte in presenza e parte a distanza.

In Campania il Presidente De Luca, che nei mesi scorsi è  stato protagonista di scontri con la Ministra Azzolina, ha già preannunciato che le scuole nella regione apriranno con gradualità. Quindi in Campania le scuole superiori potrebbero non aprire il 7 gennaio.

Così la scuola tra problemi, tavoli prefettizi e polemiche si prepara alla pausa natalizia, con l’ impegno di Conte e di Miozzo di un ritorno a scuola il 7 gennaio. 

Libero Tassella

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