Estero

“Ucciso dai bulli” in una scuola scozzese

Uno studente della St Kentigern’s Academy di Blackburn, in Scozia, di appena 14 anni , è morto, sembra, come gridano i genitori, ucciso dai bulli.

 Il ragazzino si sarebbe sentito male mentre si trovava nel cortile della scuola, durante la ricreazione; trasportato di urgenza all’ospedale è morto poco dopo il suo arrivo. 

Non è stato chiarito che cosa in effetti sia successo negli istanti che hanno preceduto la tragedia, mentre la polizia scozzese è al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica. I dirigenti della scuola hanno definito il fatto “un incidente isolato“, considerato pure che il St Kentigern’s Academy è una scuola nota in Scozia per essere stata un tempo frequentata da personalità illustri.

In ogni caso, nonostante tanti dubbi, secondo quanto si legge sul Messaggero, sarebbe stata rilanciata l’ipotesi che il 14enne sia rimasto vittima di una “sfida” fatale diffusa via social, simile alle cosiddette “blackout challenge” o “tap out challenge”: si tratta di “prove di coraggio” che consistono simulare il soffocamento, di solito tramite lacci, cinture o corde, per testare la resistenza dei partecipanti. Ma i familiari della vittima non credono a questa versione. 

Secondo i familiari, dietro alla morte del ragazzino ci sarebbe uno studente che lo maltrattava e che lo avrebbe stretto in una morsa soffocandolo. E aggiungono: “La cosa peggiore è che viene spacciato per un gioco chiamato ‘tap out’. Non è così. Era stato preso di mira perché è diverso, era musulmano. Nessuno è intervenuto, hanno solo visto morire quel povero ragazzo”.

Dopo la tragedia, il preside della St Kentigern’s Academy, ha diffuso un comunicato sul sito della scuola:  “I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con la loro famiglia e i loro amici e porgiamo le nostre più sentite condoglianze e offerte di sostegno. Abbiamo organizzato attività di supporto emotivo per gli studenti e il personale colpiti da questa tragedia. Vorremmo rispettare la privacy della famiglia in questo momento. Stiamo aiutando le autorità nelle indagini per ricostruire i fatti, non rilasceremo ulteriori commenti in questo momento”.

Pasquale Almirante

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