Generale

Ucraina, donne e bambini fuggono dalla guerra. L’accoglienza delle nostre scuole

La scuola “G. Falcone” di San Giovanni La Punta a Nord della città di Catania, in ossequio al compito di operare come scuola inclusiva, ha risposto in modo positivo al senso di responsabilità educativa e formativa nei confronti di quanti chiedono aiuto fuggendo dalla nefasta guerra dell’Ucraina.

Il viaggio

Galia in stato di gravidanza assieme ai suoi due figli di 8 e 4 anni e all’amica Caterina hanno percorso oltre tremila kilometri, partendo in auto, da un piccolo paese vicino a Kiev, per raggiungere la cittadina di San Giovanni La Punta, ospiti della famiglia Motta.

La storia

Galia è moglie di Denis, un giovane Ucraino che negli anni 90, grazie ad un progetto volto a valorizzare il senso dell’inclusione, è stato ospite della famiglia Motta con la quale ha mantenuto sempre degli ottimi rapporti considerando la stessa, la sua famiglia italiana. Oggi, considerato che l’Ucraina è in stato di guerra, ha inviato la moglie e i figli a casa della famiglia Motta per salvaguardare la loro vita, mentre lui è rimasto a difendere la sua terra.

Accoglienza

Galia in stato di gravidanza assieme alla sua amica Caterina e i suoi figli sono accolti dall’insegnante Giuseppina Calanna, dal marito Ignazio Motta e dai figli, assieme si adoperano affinché trovino accoglienza e inclusività fra i concittadini.

La scuola

Subito si pensa all’inclusione dei bambini nel processo scolastico affinché il loro percorso degli studi prosegua in modo quanto più normale possibile; i bambini sono accolti dalla Dirigente Cettina Matassa, la quale assieme ai docenti prepara un’accoglienza affettuosa che si manifesta in disegni rappresentanti i colori dell’Ucraina e i cuori pieni di affetto nei confronti dei nuovi arrivati.

Supporto linguistico

Il problema principale è la lingua che rappresenta un ostacolo di non poco conto, specie nella fase di accoglienza, supporto e socializzazione, in questo senso La dirigente Matassa supportata dalla sua più stretta collaboratrice, la stessa insegnante Calanna, si mettono a subito all’opera per reperire e attivare un mediatore linguistico e culturale in grado di poter contribuire all’inclusione dei due nuovi alunni contattando il consolato dello Stato dell’Ucraina presente nella città di Catania.

Salvatore Pappalardo

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