In effetti si tratta di uno dei temi più dibattuti negli ultimi mesi: il medico scolastico da inserire all’interno di ogni istituto scolastico. E non solo quest’anno causa dell’emergenza covid, ma rendere strutturale la sua presenza. E’ partita una petizione a tal proposito.
La petizione lanciata da dirigenti scolastici, docenti, studenti e genitori, diretta alla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e al Ministro della Salute Roberto Speranza, evidenzia la necessità di “ogni scuola di essere dotata di un PRESIDIO SANITARIO al fine di garantire una presenza costante di un MEDICO IN OGNI ISTITUTO capace di intervenire con immediatezza e professionalità“.
“Ci rendiamo conto che sarebbero indispensabili consistenti risorse“, scrivono i firmatari -. Ma oggi tutto ciò è possibile se attingiamo alle Risorse messe a disposizione dall’Unione Europea con Progetti ben definiti soprattutto per quanto riguarda Sanità e Istruzione“.
La petizione viene rilanciata anche dal sindacato Flc Cgil, che insieme ad altre sigle, aveva spinto per inserire la norma del medico scolastico all’interno del protocollo di sicurezza: “Tutto ciò sarebbe possibile se buona parte delle risorse messe a disposizione dal Recovery Fund venisse destinata alla scuola e alla Sanità, settori le cui fragilità precedenti la pandemia sono praticamente “esplose” nell’emergenza“, scrive il sindacato guidato da Francesco Sinopoli.
I protagonisti chiedono inoltre “che sarebbe necessario mettere a disposizione – all’entrata delle scuole – strumenti che possano consentire una misurazione immediata e senza assembramenti pericolosi. Non capiamo perché questa rilevazione di massa sia utilizzata già negli aeroporti e nelle grandi aziende e non invece nelle scuole. Gli studenti e i docenti non sono figli di un dio minore!“
Alcune Regioni si sono già mosse e hanno deciso di introdurre un medico in ogni istituto scolastico: prima è stata la Toscana che vuole assicurare la più larga copertura possibile alle esigenze di sicurezza sanitaria delle 460 istituzioni scolastiche toscane con i loro 2600 plessi.
Anche la regione Lazio nella giornata del 1° settembre, ha firmato un’ordinanza con la quale si istituisce la figura: “Sarà compito della Direzione regionale Salute definire il fabbisogno e il numero dei professionisti sanitari da impiegare presso ciascuna Asl. Si stima un fabbisogno di circa 500 unità“.
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