Attualità

Una preside del bergamasco: il dolore ha sopraffatto la didattica a distanza

Un giornale pubblica la lettera di una dirigente scolastica della provincia di Bergamo, che fa capire il dramma che sta colpendo quel territorio: “Ho voluto condividere questi sentimenti che noi qua viviamo in questi giorni e sono arrivate tantissimi attestazioni d’affetto e di incoraggiamento che mi hanno confortato e fatto davvero bene. Qua, tutti in casa, e con gente molto riservata come sono le persone che abitano questi luoghi della Lombardia, risulta difficile interpretare questi momenti così dolorosi. Si sente che l’Italia c’è e che non siamo lasciati soli. E speriamo di riuscire quanto prima fermare questo virus”: così ha dichiarato al giornale, mentre il suo scritto è il seguente:

“Scusate. A me la didattica a distanza si è inceppata, avvitandosi su se stessa dopo un’iniziale e scoppiettante partenza. Non sono stati problemi tecnici a farla implodere, e nemmeno forse quelli legati ai limiti culturali o strumentali di alcune famiglie. E’ stato proprio il virus. Un virus che qua … ha falciato nonni, madri e padri in quasi tutte le famiglie dei miei studenti e dei miei docenti. Un’ecatombe. Da qui il crollo psicologico, il dolore chiuso dentro le case che rimbalza senza poter uscire, nemmeno via web. Un dolore che annulla ogni voglia di pensare al “dopo”. Qui nessuno canta sul balcone. Qui nessuno si sente tra i “salvati”. Insomma, il terrore, la depressione, lo smarrimento hanno fortemente influenzato l’iniziale slancio didattico e tutta la buona volontà degli insegnanti e degli alunni. Dovrò lavorare su questo, adesso, e non sui device o sugli aspetti tecnici. E non so da che parte cominciare…perchè non ne sono capace”.

Pasquale Almirante

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