Il disegno di legge per contenere la cosiddetta Stabilità finanziaria dello Stato, e che tanta incredulità e sdegno ha portato fra i docenti per l’aumento delle ore di servizio, contiene fra i suoi gangli una inaspettata, ma forse anche strumentale, apertura nei confronti dei docenti inidonei.
Come è noto era stato previsto, nell’altra legge di revisione della spesa, nota come spendig review, per questi docenti ritenuti inidonei al servizio su certificazione della commissione medica, il passaggio negli organici Ata. Dispositivo che aveva fatto infuriare i sindacati che avevano pure gridato all’ulteriore scandalo provocato da questo governo di tecnici che non considerava, né la professionalità di questi docenti, che si sarebbero potuti impiegare in altre funzioni di supporto per esempio alla didattica, né l’ulteriore ridimensionamento di personale precario chiamato a ricoprire il lavoro di segreteria, né la possibile perdita di efficienza degli uffici.
Inaspettato dunque è apparso nella proposta di legge di stabilità il comma 32 dell’art. 3, che così recita: “Il personale docente dichiarato dalla commissione medica permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute può chiedere di essere sottoposto nuovamente a vista medico collegiale al fine di accertare il recupero dell’idoneità all’insegnamento. In caso di esito favorevole l’interessato rientra solo sui posti vacanti e disponibili nei ruoli del personale docente e la sede di titolarità è attribuita secondo le procedure e le modalità stabilite dalla contrattazione collettiva nazionale sulla mobilità del personale docente”.
Il Miur dunque, se per un verso fa marcia indietro relativamente a questo specifico personale, dall’altro sembra pure insinuare il sospetto che le certificazioni mediche fin qui rilasciate possano essere state alquanto generose. Nello stesso tempo però direbbe pure, e non riusciamo a trovare altre letture: a mali estremi, estremi rimedi, per cui se il docente ha anche una minima possibilità di avere riconosciuta l’idoneità all’insegnamento è forse meglio che ritorni dietro la cattedra piuttosto che dietro uno sportello degli uffici della scuola. Una sorta di libera scelta forzata insomma e cercando magari di occultare le reali inidoneità se non si vogliono ricoprire i posti Ata.
Con ogni probabilità saranno in molti, fra i docenti inidonei, a sfruttare questa via di fuga, occultando magari le difficoltà e fingendo di stare bene, benché allo stato attuale fra i due mali, il lavoro Ata e l’aumento delle ore di docenza, non sapremmo quale sia il minore.
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