L’abolizione del voto alla scuola primaria sta riscuotendo molti consensi soprattutto da parte delle associazioni professionali e dei pedagogisti.
Beppe Bagni, presidente, presidente nazionale del Cidi, come commenta questa novità?
Alle elementari la maestra mi diede uno zero spaccato perché mi si era rotto il pennino e non me ne ero accorto. Se me lo ricordo ancora qualcosa vorrà dire. Passato mezzo secolo c’era ancora che riceveva un quattro più al test d’ingresso in prima elementare. Uscire finalmente da questo medioevo è forse l’unica notizia buona di questo 2020.
L’ordinanza e le Linee Guida risolvono dunque il problema della valutazione nella scuola primaria?
I giudizi possono essere sommari come i voti, ma anche no. Possiamo avere la speranza che siano un primo passo e una pista di lavoro per una svolta nella valutazione di cui la scuola, e soprattutto i suoi allievi, hanno un grande bisogno.”
La vostra associazione, però, chiede da tempo l’abolizione del voto anche per tutta la scuola dell’obbligo
Esattamente. Diciamo che l’abolizione alle medie sarebbe auspicabile, fosse solo per dare coerenza alla valutazione nei comprensivi. Il Governo è stato timido, impaurito dall’inizio alle medie degli insegnamenti disciplinari, ma in uscita dal primo grado è già prevista la valutazione per competenze, quindi si poteva avere più coraggio e proporre la valutazione degli obiettivi d’apprendimento e non della “materia” nel suo complesso.
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