“Chiedete ma non troppo”.
Questa la sintesi fatta ieri dal Giornale di Vicenza. Una polemica che da due giorni domina le pagine del quotidiano berico. La richiesta di moderazione sarebbe partita dal dirigente UAT Carlo Alberto Formaggio, su indicazione dell’Usr. Secondo Sandra Biolo, segretaria della Cisl veneta, le scuole venete sarebbero state invitate o costrette a chiedere molti docenti e ata in meno, rispetto alle altre regioni. La moderazione, in poche parole, al dunque avrebbe finito per penalizzare le scuole venete, al di là dei criteri ministeriali, di fatto nominalistici. In altre regioni, cioè, avrebbero tutti fatte richieste oltre misura con questo risultato: 6.700 docenti e ata chiesti dai veneti, contro i 14.000 e 17.000 da altre regioni, come la Campania e la Sicilia.
Quali i criteri da seguire nelle richieste? Numero degli studenti, criticità logistiche e studenti portatori di handicap. Secondo il quotidiano, alla base della richiesta di moderazione vi sarebbe il rischio di danno erariale.
Oggi Formaggio, apprezzato dirigente UAT vicentino, cerca, sullo stesso giornale, di smorzare la polemica sollevata per incanalarla verso una riflessione generale di etica pubblica.
Compito di un pubblico amministratore, ha risposto Formaggio, è quello di “chiedere il giusto”: “anche a scuola bisogna evitare gli sprechi”. Per questa ragione, Carmela Palumbo, tornata in sella alla Direzione regionale veneta, aveva a luglio, nelle diverse conferenze di servizio, invitato tutti i presidi ad analisi realistiche, chiedendo poi i dirigenti UAT di vigilare perché le richieste siano congrue alle effettive necessità. Insomma, ha precisato Formaggio,
In Veneto nessuno ha voluto fare il “furbetto”, chiedendo, si fa per dire, cento per ottenere almeno cinquanta. Ma chiedere e motivare la richiesta, secondo un’etica della responsabilità.
“Spero, ha concluso Formaggio, che il Miur riveda la ripartizione delle risorse e non penalizzi il Veneto, operoso e corretto come sempre”. Parole sagge.
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