“Nessuno”, sostiene il sociologo “può disconoscere che il fenomeno ha assunto connotazioni emergenziali, anzi sfido chiunque a dimostrare il contrario, perché i numeri non sono un’opinione”.
“Una possibile risoluzione – propone il presidente dell’Osservatorio – è individuabile nella verifica di tenuta psicologica alla quale i docenti dovrebbero sottoporsi almeno una volta all’anno. Ciò non significa voler delegittimare la stragrande maggioranza di professionisti seri che operano negli istituti scolastici, ma preservare la categoria da gente che la scuola non dovrebbe vederla nemmeno a dieci chilometri di distanza”.
“Maltrattare un bambino significa segnarlo indelebilmente per tutta la vita. Nessuno, può arrogarsi simile prepotenza. Chi lo fa è un criminale, senza attenuanti. C’è da sperare che il ministro all’Istruzione, Stefania Giannini, voglia seriamente valutare la proposta, perché una seria riforma scolastica parte proprio dal garantire ai genitori che i propri figli vengono affidati a gente in grado di curarli debitamente e non a frustrati di sorta”.
A leggere attentamente ciò che sta accadendo nel dibattito sulla scuola, è difficile non pensare…
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