Chiedono il rientro a scuola, anche tardivo, ma che permetta di affrontare gli esami davanti ai prof che li hanno seguiti per 5 anni.
«Io già sono ansiosa di mio – racconta un’alunna –, e adesso vedo tutto ancora più complicato. Mi mancano da morire i miei compagni, quindi spererei di tornare in classe per l’esame per potermi sentire più a mio agio».
Ma non sarebbe la sola a pensarla così, secondo quanto scrive La Stampa che riporta, a sostegno di questa tesi, altre interviste tutte dello stesso tenore.
«Spero proprio di fare l’esame orale con i miei prof, anche perché non siamo pronti ad affrontare due prove. Quando tutto finirà mi iscriverò a psicologia».
«Sono anni che attendo questo momento. L’anno scorso ero andato ad assistere alla prova orale immaginando quando sarebbe toccato a me. Non sapere nemmeno se affronterò l’esame in classe o a casa mi innervosisce molto».
«Con i compagni ci troviamo in chat, ma non potersi vedere di persona è difficile. Anche i prof non sanno come si svolgerà l’esame: la mia speranza è che, pur con tutte le precauzioni, ci permettano di svolgere le prove in classe».
Dunque i candidati agli esami, forse la maggior parte, vuole quel contatto diretto coi propri insegnanti che nessun video, nessuna app potrà mai restituire, e nonostante il rapporto diretto avvenga proprio nel momento più importante e decisivo di tutta la loro carriera scolastica, quello cha ha fatto tremare generazioni intere di studenti.
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