Dopo la chiusura degli accordi per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) dell’istruzione e della ricerca, relativo al periodo 2019-2021, il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha dichiarato: “Si tratta di un passo fondamentale per il miglioramento delle condizioni di lavoro in un settore cruciale per la crescita del Paese. Il contratto siglato da organizzazioni sindacali e Aran, che completa la sequenza avviata con l’accordo economico dello scorso dicembre, riguarda oltre 1,2 milioni di dipendenti e prevede aumenti mensili tra i 124 euro, per i docenti, e i 190 euro per i direttori dei servizi generali e amministrativi. Novità di rilievo è l’introduzione del lavoro agile, che viene regolamentato anche per questo comparto”.
Sottolinea ancora Zangrillo: “L’accordo odierno, molto atteso, prosegue l’impegno per i rinnovi contrattuali avviato lo scorso autunno con la firma sui contratti di 2,2 milioni di dipendenti. Guardiamo con fiducia a una nuova stagione di confronto. Abbiamo un primo appuntamento, a settembre, con la Nadef: incontrerò il ministro Giorgetti per comprendere il perimetro finanziario entro il quale potremo muoverci. L’attenzione verso il lavoro pubblico, centrale nell’agenda del governo, è massima, ma ricordo che per chiudere l’ultima tornata contrattuale ci sono volute quattro leggi di bilancio”.
Il ministro ha sottolineato che nella Manovra del 2023 “non c’erano risorse, perché era urgente sostenere imprese e famiglie in difficoltà a causa del caro energia e dell’aumento dell’inflazione. Ora la buona notizia è che l’Italia si sta comportando bene, come evidenziano i principali indicatori economici, ma serve ancora responsabilità: mi batterò per ribadire le ragioni della necessità di dare attenzione al tema retributivo, guardando però al futuro tenendo i piedi ben saldi a terra”.
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