Il governo assegna anche ai supplenti la carta di 500 euro già utilizzata dai colleghi di ruolo per acquisti relativi ad aggiornamento e formazione (quindi libri, pc, tablet, corsi o altro) e contemporaneamente riconosce i cosiddetti servizi pre-ruolo ai fini delle ricostruzioni di carriera.
Il provvedimento, secondo quanto pubblica Il Messaggero, si trova nel disegno di legge “salva-infrazioni”, per adeguarsi all’ordinamento comunitario,
L’estensione degli aventi diritto riguarderà circa 84 mila docenti precari della scuola e scatta a partire dal 2023.
A pronunciarsi sulla materia la Corte di Giustizia europea su richiesta del Tribunale di Vercelli, affermando la compatibilità tra le norme italiane e la direttiva europea che si occupa di lavoro a tempo determinato.
Dunque ha concluso che distinguere tra i docenti a tempo indeterminato e gli altri, ai fini dell’assegnazione della carta, rappresenta una forma di disparità di trattamento e di discriminazione. Discriminazione non giustificata in base alle mansioni effettivamente svolte dalle due categorie di insegnanti.
A questo punto la stima, inserita nella relazione tecnica, riguarderebbe 67.497 docenti annuali (su posto vacante e disponibile) a tempo determinato e 16.470 docenti di religione. Per un totale di 83.967 dipendenti della scuola. Per lo Stato la spesa prevista è di circa 42 milioni di euro per il solo anno 2023: al momento la norma infatti riguarda solo l’anno in corso.
Altrettanto rilevante, anche se più complesso, è l’articolo 15 del decreto, che riguarda la ricostruzione di carriera, e che tocca non solo i docenti a tempo determinato ma anche il personale amministrativo, tecnico e ausiliare con contratto dello stesso tipo. Anche loro quindi si vedranno riconoscere l’anzianità di servizio ai fini della ricostruzione della carriera.
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