Home I lettori ci scrivono Quello che il registro elettronico non registra e non racconta

Quello che il registro elettronico non registra e non racconta

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Vorrei scoperchiare il mondo sommerso che si cela dietro il registro elettronico, che rappresenta la punta di quell’ iceberg.
Vorrei dire tutto ciò che scompare in una sintetica descrizione delle attività.
Intanto il nuovo mondo in cui ci ha catapultati questa pandemia.
Un esercito di insegnanti impegnati ad armarsi di strumenti per raggiungere ciascun alunno, per fare il proprio lavoro, per farlo bene.

Full immersion nella digitalizzazione: fa la foto, esporta in PDF, correggi su foto, memorie intasate, lavoro h24, colloqui telefonici, caccia a bambini svaniti nella DAD.
Piombi nelle case dei tuoi alunni. I loro genitori ti si ritrovano in casa. Anche loro, un gran lavoro!!!
Registra, accendi, scarica compiti, stampa, restituisci…… Fondamentale anello tra noi insegnanti e i nostri alunni. Grazie a tutti i genitori per la speciale collaborazione.

Italiano, Inglese e Arte su due meravigliose seconde, ultima arrivata in un accoglientissimo istituto in cui sono già stata individuata “soprannumeraria”! Ma questa è un’ altra storia.
6 ore settimanali in tre giorni (lunedì- mercoledì- venerdì) su due classi a mia totale disposizione, 2 ore al giorno, dalle 10 alle 11 in 2A e dalle 11 alle 12 in 2B.

Che fare di quelle ore?
Ho scelto di lavorare in modalità live, naturalmente fornendo a tutti, anche a coloro che non hanno avuto la possibilità di frequentare a distanza, audio con letture e spiegazioni, schede, immagini e qualsiasi altro strumento affinchè potessero seguire anche in modalità asincrona.

Una mamma mi ha detto che secondo lei la modalità sincrona è poco inclusiva.
E’ vero, la metà dei bambini ha seguito in live. Dell’altra metà, una metà ha seguito in modalità asincrona e metà è sparita nella DAD.
A me è sembrato comunque importante donare a quei bambini (che sicuramente a 7 anni solo grazie ai loro genitori hanno avuto tale possibilità) uno spazio nuovo di scuola in presenza proprio quando si sono visti barricare in casa a causa di un nemico invisibile, che toglie loro ogni diritto, alla scuola “fisica”, all’ amicizia, al gioco.

Con tale scelta non si intende penalizzare i bambini assenti in DAD.
Certo, è stato solo un di più.
Ma che di più!
Nel registro non traspare più il fatto che ogni mia giornata scolastica inizia con la lettura del libro, non sto lì a scriverlo tutti i giorni!
Nel primo quadrimestre ho letto la “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, nel secondo “La fabbrica di cioccolato”. I bambini aspettano sempre con emozione l’ appuntamento con il libro.
L’ho finito in live, naturalmente fornendo l’audio della mia voce ai bambini assenti in modalità sincrona.
Nel registro non appaiono quegli occhietti vispi e curiosi, quei sorrisi, quelle nuove esperienze insieme, nelle loro camerette, a volte con i pigiami, qualche giocattolo a fianco, qualcuno con uno strumento che ci ha fatto sentire. Ogni tanto si intravedevano pure fratelli e genitori in quello schermo dove abbiamo festeggiato anche qualche compleanno.

Qualcuno più timido che non ha mai mostrato più di un ciuffo, un audio di un bambino che leggeva una breve storia in inglese, lo stesso bambino che piangeva ogni volta che c’era Inglese.
Avevo proposto una sorta di diario del lockdown fatto anche solo di un pensiero giornaliero. Chi l’ha fatto e chi no. Una mamma ha detto: “Che devono scrivere, stanno sempre in casa!”.
Una bambina mi ha mandato quotidianamente una pagina di diario al giorno, tutte così carine e simpatiche che mi ritrovavo ad aspettarle.
Tutte questo non c’é nel registro, ma io voglio dirlo.
Un’ ultimo cosa: ringrazio il maestro Vincenzo, la “mia” voce narrante maschile, per aver condiviso con me l’ intero percorso.

Consiglia Schiavoni