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Didattica ludica. L’approccio della ricerca-azione applicato al gioco

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Il gioco non è puro divertissement. Il gioco è una cosa seria e può essere estremamente formativo se inserito in validi contesti di apprendimento e funzionali aree disciplinari, magari nell’ottica di un approccio di ricerca-azione che fa della condizione ludica il suo strumento motivazionale per raggiungere gli obiettivi della ricerca. (VAI AL CORSO Il gioco formativo: proposte e sperimentazioni)

In quali settori è possibile fare ricerca-azione in chiave ludica? Solo a mo’ di esempio, citiamo:

  • la drammatizzazione, il gioco-dramma, la ricerca teatrale;
  • la letteratura, la lettura, la poesia, la scrittura;
  • l’artigianato, la tessitura, il cucito, la ceramica;
  • la cultura popolare, il folklore;
  • il settore audiovisivo, il cinema, la fotografia;
  • la natura e l’ambiente;
  • e così via.

L’approccio della ricerca-azione applicato al gioco permette di guardare alle dinamiche ludiche tra gli alunni come fonte per estrarre riflessioni e analisi, in chiave euristica, mediante l’accompagnamento e la facilitazione dell’evento didattico. Un’osservazione che in genere è partecipata, in quanto il facilitatore è spesso parte del gioco, persino a livello emotivo o affettivo, immaginativo o intuitivo, ed entra in causa a prendere in carico i bisogni dei partecipanti. Insomma, nell’approccio della ricerca-azione discenti e insegnanti non sono più oggetti di studio, ma entrambi soggetti attivi e cooperativi, dentro il gioco, parte di esso, coinvolti e orientati alla scoperta.

Qual è il ruolo della didattica ludica negli apprendimenti?

La didattica ludica

La didattica ludica è uno strumento didattico assolutamente efficace, non solo nei gradi di scuola inferiori. La letteratura in fatto di buone pratiche è ampia, così come gli argomenti che, trasversalmente rispetto agli obiettivi, possiamo trattare attraverso la pratica del gioco: dal bullismo all’uguaglianza di genere al razzismo.

Il gioco, come dicevamo, è qualcosa di estremamente serio, dal punto di vista dell’impegno bio-psico-intellettivo che viene richiesto al soggetto che gioca. Un investimento di energia e di motivazione che può avere effetti molto interessanti sul fronte degli apprendimenti. Insomma, il gioco è a tutti gli effetti uno strumento didattico, costituisce un elemento fondamentale della formazione dell’uomo, in grado, nelle classi, di assumere un ruolo molto pragmatico, specie come modalità incentivante dei meccanismi apprenditivi, sotto moltissimi profili: quello della scoperta euristica, della creatività, delle dinamiche di gruppo e di cooperazione (o di competizione dove utile o necessario), dell’uso della razionalità, della psico-motricità, della socializzazione.

Quali prerequisiti per il docente che voglia usare un approccio ludico?

Quali prerequisiti per lavorare bene in classe con l’approccio ludico? I docenti che vogliano portare in classe la didattica ludica dovranno:

  • acquisire maggior consapevolezza sul gioco e sul giocare e sul suo valore formativo;
  • padroneggiare le teorie sul gioco e sulle varie teorie evoluzionistiche;
  • sperimentare esercizi volti a favorire la pratica e l’approfondimento delle pratiche ludiche.

Il corso

Su questi argomenti il corso Il gioco formativo: proposte e sperimentazioniin programma dal 17 novembre, a cura di Manuela Ravecca.

Il corso lavorerà sull’ermeneutica delle parole, quella curiosità che ci spinge a comunicare e a confrontarci con i differenti significati che ciascuno di noi attribuisce al medesimo termine, per scoprire come possa essere utile una proposta educativa che trova nel suo essere ludico la caratteristica fondante.