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Lo Bello: i giovani li alleniamo senza farli giocare

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I dati sono stati presentati a Catania nel corso del tradizionale appuntamento di Confindustria Orientagiovani. E in base ad essi in Italia meno di quattro ragazzi su 100 fra i 15 e i 29 anni ha una qualche esperienza di lavoro mentre studia, contro una media europea del 13 per cento. In Germania più del 22 per cento.
“Ci sono delle oggettive innovazioni con l’ultimo decreto istruzione. Oggi gli studenti hanno la possibilità di accesso ad un’alternanza scuola-lavoro che è stato sempre il punto debole del nostro Paese. Mentre Paesi come la Germania hanno messo l’alternanza scuola-lavoro al centro delle loro politiche educative, noi abbiamo separato radicalmente scuola e lavoro. E’ come se allenassimo i ragazzi per anni e anni senza mai farli scendere in campo, senza mai cercare di far loro giocare una partita e fare goal. Oggi la scuola deve fare anche questo: allenamento e poi scendere in campo ed assumersi le responsabilità del mercato del lavoro”.
Ma Ivan Lo Bello a Catania a Orientagiovani ha detto pure: “Nella scorsa legislatura abbiamo perduto circa 5-6 miliardi di investimenti. Oggi siamo in una fase totalmente nuova, è finito un mondo”. Spiega ancora Lo Bello.
E poi rivolto ancora ai giovani siciliano ha detto: “I giovani possono cambiare il Paese e devono avere la consapevolezza e la capacità di cambiare anche la terra di Sicilia”. 
“Studiare è avere futuro perché studiare è un elemento fondamentale per avere un futuro e il percorso di studio può cambiarlo questo futuro. I giovani siciliani sono tutt’altro che scoraggiati e passivi. Viviamo in una terra in cui è costante il pericolo per le nuove generazioni di finire nel sommerso welfare della mafia. Eppure con la disoccupazione che c’è i giovani resistono, reagiscono e si danno da fare e spesso sono loro a dare un esempio agli adulti. I nostri ragazzi sono bravissimi”.
Intervenuto pure il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi: “I giovani sono la speranza principale del nostro Paese”. “Siamo penalizzati da un tasso di disoccupazione giovanile estremamente elevato dobbiamo batterci per risolvere questo problema e c’è una sola strategia per farlo ed è quella di ritrovare la crescita. Se saremo capaci di ritrovarla, automaticamente il problema della disoccupazione in generale e in modo più specifico quella delle disoccupazione giovanile sarà immediatamente risolto. Le nostre imprese, quelle che esportano, hanno comunque retto facendo sacrifici”.