Home Attualità “Dopo Parigi più discriminazioni nelle scuole italiane verso i musulmani”

“Dopo Parigi più discriminazioni nelle scuole italiane verso i musulmani”

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 “Abbiamo ricevuto segnalazioni da Venezia, da Messina, da Civitavecchia, da Belluno, da Verona, da moltissime zone: in tutta Italia stanno aumentando le discriminazioni verso i musulmani e gli arabi, sta aumentando la fobia nei confronti dei nostri figli che vanno a scuola”.

“Sono perlopiù situazioni in cui i genitori dei bambini e dei ragazzi italiani mettono in guardia i loro figli dal giocare o dall’avere rapporti stretti con i bambini appartenenti alla comunità araba o musulmana. A questo si aggiunge un gran numero di battute infelici da parte dei bambini o ragazzi italiani e che riprendono discorsi sentiti a casa: siete tutti terroristi e simili”.

 

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Lo segnala un articolo sul Redattore Sociale che fa presente come l’allarme si ripercuote su bambini e ragazzi che essendo nati in Italia non sempre sono al corrente esattamente di quale sia la situazione nei paesi di origine dei loro genitori”. Ad essere colpito è soprattutto il mondo della scuola, ma casi arrivano anche dalle università e dai luoghi di lavoro.

Tutto questo, dice Aodi, è conseguenza anche delle “strumentalizzazioni politiche” che in Italia sono state fatte in queste settimane, che per il presidente Co-mai hanno un nome e un cognome, quelli del segretario della Lega“.

“Rispediamo al mittente le provocazioni di Matteo Salvini, la persona politicamente più pericolosa oggi in Italia: non si può dire alla gente che nel proprio palazzo hanno vicino qualcuno che potrebbe pensare a pianificare atti di terrorismo perché questo alimenta diffidenza e discriminazioni”. “I suoi messaggi razzisti verso arabi e musulmani – attacca – servono solo a guadagnare qualche voto ma non portano da nessuna parte”. “Quelle di Salvini sono strumentalizzazioni, tira sempre in ballo le moschee ma anche noi diciamo che vogliamo l’istituzione di un albo per gli imam in Italia: le moschee devono essere aperte a tutti, ma diciamo no alle moschee fai-da-te, che danneggiano anche la nostra immagine”. “Uno non può svegliarsi la mattina, – dice Aodi – fare un regolamento personale e aprire una moschea, questo non si può”. “Chiediamo anche però – dice – una maggiore collaborazione nel processo autorizzativo e più rapporti con le comunità arabe e musulmane, perché l’estremismo si combatte anche così”.

“Non siamo ambigui, diciamo a chiare lettere che nessuno si deve permettere di utilizzare la religione musulmana o il mondo arabo per fini terroristici, noi siamo le prime vittime di chi usa l’Islam per fare violenza”. Islam e democrazia sono compatibili a patto che si parli con l’Islam vero, non quello strumentalizzato a fini politici”. “Usiamo le stesse parole di papa Francesco, “no al terrorismo ma anche no alla libertà di insultare”. La Co-mai chiede anche la concessione della cittadinanza ai figli di immigrati dopo un ciclo scolastico e sottolinea la necessità di separare l’immigrazione irregolare e il terrorismo, perché “questo non arriva in Europa tramite canali irregolari”.

“Vogliamo assicurare – dice a sua volta l’ambasciatore della Lega Araba in Italia, Youssef Nassif Hitti – che l’Islam non è ignoranza: la differenza culturale è una ricchezza e abbiamo il dovere di creare armonia fra tutte le culture e le civiltà”. “Non ci dobbiamo piegare all’odio – aggiunge il presidente della Fnsi Franco Siddi – non dobbiamo alimentare un circuito che poi genera nuova violenza”.