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Confindustria: nel nuovo Governo ruolo centrale per la scuola

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Il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, incontrando gli studenti degli istituti tecnici e commerciali di Lecco e provincia, ha espresso il suo pensiero su come il nuovo Governo dovrà organizzare il prossimo Ministero dell’Istruzione.
Secondo il presidente di Confindustria per voltare pagina sulla scuola bisognerà “sognare un Paese con più concorrenza e innovazione, tagliare dove è necessario, ma non lesiniamo nemmeno un euro allo sviluppo della scuola”.
Per Montezemolo la sfida da affrontare è tutta nelle idee e nella competizione, perché “nel mondo – ha detto – vince chi ha le idee migliori: l’obiettivo deve essere quello di premiare i migliori attraverso la trasmissione del senso della competizione: per fare il vero imprenditore ci vuole soprattutto propensione al rischio e alla competizione”.
Il leader dell’organismo di rappresentanza degli imprenditori ha detto la sua anche per il comparto universitario: “occorre poi lavorare sull’università, con meno facoltà condominiali e più centri di eccellenza universitari legati al territorio: è meglio una facoltà eccezionale che venti modeste e per questo occorre fare più marketing. Ma non solo, bisognerà promuovere le nostre università all’estero perché l’Italia non è tra i primi cinque paesi in cui gli studenti del mondo vogliono venire a studiare”.
L’appello di Montezemolo è stato bene accolto dal mondo della scuola, ad iniziare dai sindacati: secondo Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola, è giusto puntare sulla “centralità politica del problema istruzione/formazione”.
“Un tema – dice Scrima – di assoluta priorità in quanto lo sviluppo del Paese e le opportunità lavorative dei nostri giovani sono strettamente legati agli esiti di una seria politica scolastica. Pertanto l’appello che il presidente Montezemolo lancia su questo tema registra la nostra totale condivisione”. Per questi motivi il numero uno della Cisl, che è il più vasto sindacato della scuola, è convinto della necessità di “realizzare un grande coinvolgimento di tutti i soggetti politici, sociali, economici e professionali, a partire ovviamente dalla scuola: è indispensabile stringere un ‘patto sociale’ per creare le migliori condizioni di realizzazione di quella buona scuola necessaria ad assicurare la crescita, lo sviluppo e il futuro di questo Paese”.