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Contratto scuola: secondo i Cobas firmato di notte, come i “ladri di Pisa”

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Duro giudizio dei Cobas sul contratto scuola appena firmato da Cgil, Cisl e Uil:  “I sindacati di Palazzo sono come i ‘ladri di Pisa’, durante la notte firmano un miserabile contratto elettorale e la mattina fingono di litigare”

Cgil, Cisl e Uil come i “ladri di Pisa”

“Pisane e Pisani – commenta Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas – ci scuseranno se usiamo questo riferimento popolare ai ‘ladri di Pisa’ di cui si dice che rubassero di notte insieme e poi di giorno fingessero di litigare, ma si tratta proprio dell’immagine che ci è venuta subito in mente di fronte alla farsa ignobile messa in scena da sindacati che, dopo aver affermato che le trattative per il contratto non erano manco cominciate, le hanno poi chiuse di notte in una dozzina di ore; salvo poi, la mattina, farci assistere al ‘lamento’ di una parte di essi per l’eccesso di fretta dell’operazione”.
“In realtà
– aggiunge Bernocchi – l’operazione, nella sua brutale essenzialità,  è maledettamente chiara: è stato firmato un miserabile contratto elettorale che serve al Governo per cercare di raccattare qualche voto in più alle elezioni politiche e ai sindacati di Palazzo per salvare la faccia in quelle del rinnovo RSU”.

Rinviate al dopo elezioni alcune questioni importanti

E ancora: “Le richieste più rognose del Governo (80 ore di extra-cattedra obbligatorie ove infilare di tutto; attività di “potenziamento” e organizzative a totale discrezione dei presidi, così come l’attività di tutoraggio per l’Alternanza scuola-lavoro, formazione obbligatoria non pagata e fuori orario di servizio, nel codice disciplinare nuove ‘voci’ per la sospensione dal servizio e dallo stipendio comminata dal preside), non sono state respinte ma solo, sembrerebbe, rinviate alla fase post-elettorale”.

Aumenti-mancia

Ma le critiche più pesanti riguardano l’aspetto economico: “L’ignobile ‘mancetta’ economica su cui lorsignori si sono accordati dimostra l’assoluto disprezzo che Palazzo e sindacati di Palazzo nutrono per docenti ed ATA, ritenuti così sottomessi da dover ringraziare persino per un ‘aumento’ medio netto mensile di 45 euro per gli ATA e di 50 per i docenti, dopo che in dieci anni di blocco contrattuale la categoria ha perso almeno il 20% del proprio salario, cioè alcune decine di migliaia di euro; e dopo che i carichi di lavoro e le responsabilità per docenti ed ATA si sono almeno raddoppiate”.

Nel mirino dei Cobas, però, non ci sono soltanto i tre sindacati confederali: “Di fronte a questo sconcio, lasciano allibiti i “lamenti” dello Snals che fino a ieri teneva lo stesso ‘sacco’ degli altri. Sostiene Serafini di non aver firmato non perché trattasi di schifezze ma perché ‘ci sono stati passi avanti e risposte, ma non tutte…non è stato possibile approfondire le modifiche’ e che comunque non esistono ‘solo i docenti e non si vive di solo pane’ (boh???): quasi a sostenere che i docenti sono stati compensati con tanto ‘pane’ ma non è chiara la sorte degli altri”.

Cobas: “Non resta che lo sciopero. Snals e Gilda si uniscano a noi”

Inevitabile la conclusione:  “Docenti e ATA hanno ora una immediata occasione per ribellarsi e mandare un segnale forte, partecipando in massa allo sciopero  del 23 febbraio, indetto dai COBAS e da altri sindacati conflittuali [Unicobas, CUB, Usb, SGB, n.d.r.] e alla manifestazione nazionale a Roma (davanti al Miur, viale Trastevere, ore 9,30) e successivamente non votando nelle elezioni RSU, pur truccate, i sindacati di Palazzo”.
Con un appello finale a Snasl e Gilda che, secondo Bernocchi, dovrebbero invitare i loro aderenti a scioperare il 23 febbraio.