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Accordo sul tutor: se ne parla alla Camera

“L’accordo fra Aran e Sindacati del 17 luglio su tutor, anticipi e contratti di prestazione d’opera è perfettamente legittimo e regolare”: lo ha chiarito in Commissione Istruzione il ministro Fioroni rispondendo all’interrogazione di Valentina Aprea ed altri deputati dell’opposizione.
Pur con qualche imprecisione formale (il Ministro ha parlato di accordo firmato da tutti, ma in realtà ancora continua a mancare la firma della Gilda, ricorda anche che l’accordo dovrà essere ratificato dal Consiglio dei Ministri ma tralascia di specificare che su di esso si dovrà pronunciare anche la Corte dei Conti) Giuseppe Fioroni ha risposto in modo puntuale e documentato alle obiezioni dell’opposizione: “La sequenza contrattuale del 17 luglio – ha infatti chiarito Fioroni – ha richiamato il disposto dell’articolo 2, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001 il quale stabilisce che eventuali disposizioni di legge che introducano discipline dei rapporti di lavoro la cui applicabilità sia limitata ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche possono essere derogate da successivi contratti o accordi collettivi, salvo che la legge disponga espressamente in senso contrario”.
Ed ha aggiunto: “Tale ultima condizione non si riscontra nella legge 53 e, quindi, è confermato il principio di derogabilità. Qualora il legislatore intenda definire come inderogabili disposizioni in materia di lavoro potrà sempre per il futuro applicare la clausola suddetta”.
Che è come dire: “Se si voleva davvero rendere operative le norme su tutor e anticipi sarebbe bastato scrivere nel decreto 59 che si tratta di norme non disapplicabili per via contrattuale !”
Affermazione che, rivolta all’onorevole Aprea, suona un po’ come una beffa.
Pungente anche la risposta sulla questione dei rapporti con le organizzazioni sindacali (“E’ quanto meno anomalo che il Governo appena insediato sia subito riuscito nell’intento di raggiungere un accordo con i sindacati” ha sottolineato Aprea nella presentazione dell’interrogazione).
“Stiamo cercando di ripristinare il metodo della concertazione preventiva per normative che concernono l’organizzazione del lavoro – ha ribadito Fioroni – ma questo non significa che il Governo non debba assumere le proprie scelte, anche in eventuale contrasto con le posizioni delle Organizzazioni Sindacali”.
E perché poi disapplicare interi commi del decreto ?
“La scelta tecnica di disapplicare gli interi commi e non parti di essi – ha spiegato ancora il Ministro – è giustificata dalla difficoltà di lettura di disposizioni aventi una loro coerenza logica e sistematica”.
Molto netta anche la spiegazione data dal Ministro sulla questione dei contratti di prestazione d’opera.
“L’applicazione di questo istituto – ha sottolineato Fioroni – determinerebbe una surrettizia forma di ulteriore nuovo precariato che il Governo è intenzionato a ridurre e progressivamente ad eliminare”.
Immediata e per nulla accomodante la replica di Valentina Aprea: “La prassi adottata viola la Costituzione e manifesta la posizione subalterna di questo Governo e di questo Parlamento nei confronti dei sindacati ai quali è attribuito il potere illegittimo di decidere in ordine alla disapplicazione di una legge dello Stato. Mi pare inoltre che la situazione attuale comporti, tra i diversi effetti, un appiattimento dei piani di studio, in controtendenza con quanto accade negli altri Paesi europei”.
“Per questi motivi – ha concluso l’ex sottosegratorio – auspico il ripristino delle norme del decreto legislativo n. 59 del 2004″
Reginaldo Palermo

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