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Affrontare la complessità: Federico Butera spiega la transizione ecologia

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Quali connessioni esistono tra deforestazione e pandemie? Tra cambiamento climatico e psicologia? Tra specie in via d’estinzione e mobilità? E ancora, quale ruolo gli educatori svolgono nella lotta al cambiamento climatico e perché abbiamo bisogno di un’educazione climatica trasformativa proprio ora?

A queste, e ad altre domande risponde Federico Maria Butera, nel suo libro, Affrontare la complessità – Per governare la transizione ecologica, Edizioni Ambiente.

Professore emerito del Politecnico di Milano, dove ha insegnato Fisica Tecnica Ambientale, e vincitore di diversi riconoscimenti internazionali per il suo impegno nella sostenibilità, il libro di Butera guida il lettore nell’esplorazione di come il mondo sia una realtà profondamente complessa e interconnessa, in cui i fenomeni climatici e ambientali incidono su quelli umani e sociali, e viceversa.

Dunque il volume per lo più si rivolge agli insegnanti e pure agli studenti dei licei e delle università proprio perché affronta i temi relativi allo sviluppo sostenibile e i cambiamenti climatici, mentre risulta uno strumento utile per comprendere la portata d’azione del nuovo ministero della Transizione ecologica.

Ma non solo, dopo le grandi manifestazioni dei ragazzi e della loro porta bandiera, Greta Tunberg, ricevuta perfino all’Onu, appare importante tornare al concetto di complessità, perché sono complessi i sistemi nei quali viviamo. Quello sociale, quello biologico quello ecologico. 

L’idea di base è che non è possibile affrontare nessuno dei problemi che ci riguardano se non tenendo conto dell’aspetto sistemico, sforzandoci di capire che non è possibile intervenire su un singolo problema e pensare che la cosa si chiuda lì, senza effetti su tutto il resto. 

È necessario cambiare mentalità e capire che l’incertezza deriva proprio dalla complessitche si risolve con la conoscenza. La conoscenza implica incertezza, ma implica anche la possibilità di controllarla in qualche modo. 

Quella climatica, spiega Butera, è la questione che appare più evidente e più chiara ed è quindi quella su cui stiamo ponendo il massimo dell’attenzione.

Gli elementi centrali, spiega ancora Butera,  sono certamente il cambiamento climatico, che ha ripercussioni molto forti a tutti i livelli, e la perdita di biodiversità, che ci porta nel baratro della sesta estinzione entro la quale potremmo anche rientrare noi. 

Altro elemento fondamentale, che è la causa principale della perdita di biodiversità e una delle cause del cambiamento climatico, è il modo in cui produciamo il cibo, ovvero il settore agricolo. Non è vero infatti che rinunciando alle monocolture e agli allevamenti intensivi si rischia di affamare miliardi di persone, gli studi dicono il contrario. 

In definitiva, scrive Butera sul suo interessante libro: dobbiamo smetterla di pretendere un sistema educativo che abbia come obiettivo la creazioni di lavoratori pronti ad essere immessi nel sistema produttivo. Dobbiamo costruire innanzitutto persone. Ciò di cui abbiamo più bisogno è la conoscenza e la coscienza da parte di chi dovrà portare avanti le soluzioni.