Algoritmo: Ministero Istruzione contro mobilità dovuta

La Ministra Azzolina, mentre spende parole di circostanza sull’impegno profuso dai docenti nella DAD e dagli insegnanti lontani da casa, affermando in un video collegamento che gli stessi “hanno diritto a ricongiungersi ai propri cari”, tralascia però di mettere in atto azioni concrete in quella direzione e continua anche lei a ledere migliaia di insegnati già fortemente colpiti da scelte politiche precedenti, oltremodo scellerate e dannose.

Il riferimento è alla mobilità, che per il 2020/2021 prevede una percentuale pari al 30% per il trasferimento territoriale e al 20% per quello professionale, mentre il restante 50% è appannaggio delle nuove assunzioni; però, anche per volere della ministra, i posti liberati dai pensionamenti di quota 100, e si parla di ben 9000 posti, saranno destinati esclusivamente ai vincitori di concorso e ai docenti inseriti in GAE, tutti, in forza del decreto scuola n.126 del 29 ottobre2019, violando palesemente l’art. 465 comma 2 del D. Lgs 297/94, in base al quale il 50% dei posti disponibili in organico di diritto deve essere destinato ai trasferimenti interprovinciali.

Ci pare oltremodo beffardo dover rilevare che i docenti danneggiati dalla legge 107/15 su diverse questioni, oggi debbano subire ancora, anche sulla mobilità.

Infatti la ministra Azzolina, Movimento Cinque Stelle, ricordiamolo, che in teoria dovrebbe rappresentare “il nuovo” voluto dagli elettori, dopo la disfatta in termini di voti subita da Renzi, che proprio sulla scuola si è giocato il consenso, continua a dimenticare fior di sentenze contro il famigerato algoritmo incostituzionale che portò lontano da casa, indiscriminatamente e senza tener conto del merito, migliaia di docenti.

Ciò premesso, la ministra, che è “il nuovo”, avrebbe dovuto dare priorità a chi ha subito simili danni, ma non riesce ancora, dopo quasi 5 anni, a rientrare a casa.
Ci saremmo aspettati quantomeno azioni risolute, non idee claudicanti come quella di un ennesimo tavolo di esperti a cui la senatrice Drago (M5S) pensa di appropinquarsi per proporre, in alternativa alla mancata mobilità, eventuali 400 euro sostitutivi di affetti lontani, mutui da pagare a cui si aggiungono affitti e spese di ogni genere.
Una simile proposta ha già sollevato l’ira di chi quella lontananza subisce e desidera solo tornare a casa, altro che regali miseri! Ma perché non tentano di trovare soluzioni concrete per il rientro dei docenti nelle loro sedi, riconoscendo quanto scritto nelle sentenze e cioè che l’algoritmo, valutando male punteggi e graduatorie, ha spedito i docenti dove non doveva.

Allora, in Italia è vero che, subito il danno, si deve necessariamente adire la via legale, infatti è un proliferare di sindacati e associazioni a vocazione ricorrente, oltre a studi professionali che ormai si occupano solo di ricorsi legati alla scuola.

Se quindi il danno è riconosciuto anche dal TAR perché non si tenta si restituire il mal tolto negli anni passati?
Così i vincitori dei prossimi concorsi saranno posti davanti a scelte realistiche, sapendo che ci sono docenti con esperienze pluriennali che ancora non riescono a tornare a casa.
E, a proposito dei vincitori del concorso, è di questi giorni una interessantissima sentenza del Tribunale di Palmi che riconosce l’illegittimità del vincolo quinquennale a cui il ricorrente veniva sottoposto.
Lo stesso infatti aveva partecipato al concorso 2018 e le graduatorie venivano pubblicate in due diversi momenti: cioè prima del 31 agosto 2018 e dopo, entro il 31 dicembre.
Così sulla base di quelle graduatorie i periodi di assunzione sono stati differenti: chi si è ritrovato nel primo gruppo di graduati non è stato sottoposto a vincolo, i successivi sì, da qui il ricorso, naturalmente vinto.
Una storia che rasenta l’incredibile, e nella scuola cose incredibili ne abbiamo viste tante.

Ma si può continuare a vedere lesi così i propri diritti e a dover far ricorso sempre alla legge, con evidenti danni anche economici?

Partigiani della Scuola Pubblica

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