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All’università di Pavia la scuola per plusdotati

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Il talento? “È democratico, bisogna saperlo riconoscere e formare. E i talenti vanno coltivati sin dagli anni della scuola media superiore, per far fiorire le eccellenze. E’ giusto sostenere a scuola le fragilità, ma è altrettanto importante anche promuovere le potenzialità”: lo sostiene la prof Maria Assunta Zanetti docente della sezione di psicologia del dipartimento di Scienze del sistema nervoso e del comportamento dell’Ateneo di Pavia, dove è nata una scuola con l’obiettivo di consentire agli studenti che dimostrano un alto potenziale cognitivo di esprimerlo.

L’obiettivo del laboratorio di ricerca e sviluppo del potenziale, talento e plusdotazione dell’Università di Pavia è quello di offrire agli studenti delle scuole superiori “alte proposte formativegestite in continuità tra il mondo universitario e quello scolastico” e dove potranno trovare attività idonee alle loro potenzialità, gestite da docenti universitari italiani e stranieri, conoscere un gruppo di coetanei provenienti da tutto il territorio nazionale e poter restituire queste esperienze alla classe di appartenenza, grazie alla collaborazione tra i docenti curricolari e i docenti universitari. 

Intanto sarebbero 50  le scuole che hanno richiesto di partecipare alla sperimentazione e hanno segnalato i loro migliori elementi. 

Laboratorio Italiano di Ricerca e Sviluppo del Potenziale, Talento e Plusdotazione nasce il 22 gennaio 2009 sotto la direzione scientifica della Professoressa Maria Assunta Zanetti e del Professor Eliano Pessa, con l’intento di svolgere attività di ricerca e di intervento nell’ambito della valorizzazione del potenziale, del talento e della plusdotazione. 

Infatti, secondo le statistiche, si legge sul sito dedicato, circa il 5% degli studenti delle nostre scuole ha un alto potenziale, ma purtroppo, questo non viene sempre riconosciuto e adeguatamente supportato. Un esempio di fenomeno negativo, legato al mancato riconoscimento dell’alto potenziale di tali bambini/ragazzi, è rappresentato dall’underachievement (discrepanza tra il rendimento scolastico di un bambino e gli indici di capacità, come il Quoziente Intellettivo; Davis e Rimm, 1989) che in molti casi produce drop-out(abbandono scolastico più o meno precoce) e/o problematiche connesse al disagio socio-relazionale.

Il tema della plusdotazione e del potenziale è più che mai attuale, mentre, si legge sempre sul sito, il contesto italiano appare attualmente uno dei pochi che ancora non dispone di programmi di ricerca e di intervento specifici nel campo della plusdotazione.

Da qui, nasce così presso il Department of Brain and Behavioral Sciences dell’Università di Pavia il primo Laboratorio Universitario italiano, che si propone di aiutare, sia i bambini e i ragazzi dotati di elevato potenziale cognitivo sia quelli in possesso di un talento o di un’abilità specifica in un campo, a sviluppare appieno le loro risorse.

Numerose intanto sono le richieste di valutazione di ragazzi ritenuti plusdotati che però spesso si trovano sole ad affrontare le difficoltà connesse alle peculiarità evolutive di un bambino ad alto potenziale.

Lo scopo è dunque quello di valorizzare l’individualità e le caratteristiche personali dei bambini/ragazzi ad alto potenziale, costruendo interventi mirati ai loro bisogni e particolarità. Il supporto di tali individui, in una società sempre più avanzata, risulta infatti indispensabile per far sì che essi possano trovare risposte a domande articolate e complesse.