Home Politica scolastica Altamore (PD): Tra bonus merito, ambiti e formazione. Come cambia la scuola?

Altamore (PD): Tra bonus merito, ambiti e formazione. Come cambia la scuola?

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Abbiamo intervistato Caterina Altamore responsabile Scuola, ricerca e università per il Pd in Sicilia, su alcune problematiche che riguardano il nostro sistema scolastico.

Domanda

La Suprema Corte ha, nel giugno 2015, dichiarato illegittimo il blocco del contratto della pubblica Amministrazione. Il contratto della scuola è bloccato da oltre 6 anni, non crede che sia arrivato il momento di uno sblocco e di un equo adeguamento economico dello stesso?

risposta

Per qualsiasi categoria è importante rinnovare il Contratto di lavoro: e questo riguarda pure il comparto scuola da tempo in attesa di un adeguamento anche di tipo economico. Su questo punto deve convergere il consenso del mondo politico, impegnato a trovare soluzioni, mi auguro  tempestive, per rispondere alle esigenze dei lavoratori della scuola che, come è noto, percepiscono uno stipendio che necessita di un adeguamento ai costi attuali della vita.

Domanda

Ritiene che la formazione obbligatoria dei docenti, imposta dal comma 124 dell’art.1 della legge 107/2015, debba essere applicata oltre l’orario di servizio settimanale dei docenti? Se così fosse non si tratterebbe di un aumento dei carichi di lavoro a parità di retribuzione?

risposta

Allo stato attuale, anche con la legge 107/2015 in vigore, la formazione diviene obbligatoria soltanto se viene approvata dal Collegio Docenti: essa è erogata in aggiunta all’orario di servizio, senza alcuna retribuzione per i docenti.

Occorre dire che per coloro che sono impegnati nell’insegnamento, la formazione e l’aggiornamento in servizio sono essenziali e irrinunciabili per arricchire la loro professionalità e assicurare alla scuola personale competente; e sulla validità di questa scelta non sussistono dubbi: la formazione è vitale per una scuola di qualità. 

Per una obbligatorietà oltre l’orario di servizio è quanto mai ragionevole pensare che, al riguardo, saranno le organizzazioni sindacali che dovranno contrattare per valutare un aumento di stipendio e una eventuale riorganizzazione dell’orario di servizio. Il carico di lavoro degli insegnanti è già, allo stato attuale, particolarmente alto: sono moltissime le voci che si sono aggiunte all’attività educativo-didattica, che necessita di progettazione e di preparazione quotidiane. Se, pertanto, si dovesse andare ad un aumento dell’orario di servizio, in quanto integrato da percorsi formativi che, ripeto, sono irrinunciabili per una buona professionalità, si dovrà ripensare la modulazione dello stesso insieme a un aggiornamento del contratto di lavoro.

Domanda

Cosa pensa riguardo il bonus del merito assegnato direttamente dai Ds, senza alcuna contrattazione, ai docenti delle scuole? È vero che questo bonus del merito destinato a pochi eletti, sostituirà gli scatti di progressione della carriera dei docenti?

risposta

Il bonus assegnato con contrattazione o senza contrattazione non consente di “premiare” tutti i docenti effettivamente meritevoli. E questa è un’occasione persa per riconoscere molte professionalità impegnate nel qualificare la nostra scuola.

Mi auguro che il bonus non sostituisca gli scatti di progressione della carriera dei docenti, perché questo significherebbe che solo alcuni gioverebbero di un aumento, mentre la maggioranza resterà con lo stipendio base, anche a fronte di competenze reali.

Domanda

Perché il PD ha deciso di cancellare la titolarità dei docenti nelle scuole, introducendo titolarità di ambito territoriale e chiamata diretta dei docenti titolari su ambito da parte del DS? Non crede che tale norma possa creare una sudditanza psicologica di un docente nei confronti del suo “Capo”?

risposta

Il sistema di riorganizzazione è frutto di un lavoro a più mani, che il PD ha approvato. La titolarità per ambito territoriale permette alle scuole di poter disporre delle risorse necessarie in tempi più rapidi. Anche la chiamata diretta sottende un progetto più attento al territorio, in coerenza con un’idea di scuola che realizzi quanto affermato nel suo piano triennale dell’offerta formativa. E se questo dal punto di vista ideale potrebbe essere un punto a favore, nella pratica diventa il tallone d’Achille; non è, infatti, improbabile che la chiamata diretta possa in qualche modo coniugarsi con discrezionalità o con il rischio di compromessi. Sarà sufficiente vigilare? Qualche perplessità non è solo lecita.

La costituzione degli ambiti, per altro verso, costituisce un gap notevole per gli alunni, più esposti ad interruzioni di continuità educativo-didattica, e per i docenti (essa appare in aperto conflitto con il progetto di famiglia e di genitorialità che in genere ogni cittadino persegue).

Per i docenti essere a disposizione di un ambito e in balia della scelta di un dirigente significa essere disposti a spostarsi, percorrendo molti chilometri per raggiungere la sede di servizio. E gli svantaggi derivanti sono più di uno: sia per gli insegnanti che viaggiano (pensiamo ai rischi della strada), sia per la scuola (un docente che entra in classe dopo aver percorso 6-7 km è sicuramente meno stanco di chi ne ha percorsi 100), sia per l’ambiente (non sempre le sedi sono raggiungibili con il trasporto pubblico sia per i tempi di percorrenza sia per la presenza del servizio, questo implica l’uso dell’automobile e quindi di ulteriore inquinamento ambientale).

Forse le iniziali motivazioni non reggono di fronte ai reali disagi e agli impatti descritti. Pare abbastanza ovvio che sia opportuno ridefinire la riorganizzazione. Tutti noi vogliamo una scuola efficace ed efficiente al tempo stesso, che possa cioè contribuire a costruire una scuola di qualità