Alternanza scuola Lavoro? O fornitura di lavoro gratuito?

Quando leggiamo in un comunicato ufficiale del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca che il ministro Giannini esalta il “lancio del programma ‘I Campioni dell’Alternanza’, che coinvolgerà un gruppo di 16 organizzazioni – aziende grandi e medie, Ordini professionali e Terzo settore – nel racconto e nella diffusione dell’alternanza attraverso progetti di qualità. Si parte con Accenture, Bosch, Consiglio Nazionale Forense, COOP, Dallara, ENI, Fondo Ambiente Italiano, FCA, General Electric, HPE, IBM, Intesa Sanpaolo, Loccioni, McDonald’s, Poste Italiane e Zara per un totale di circa 27.000 posizioni di alternanza messe a disposizione per questo anno scolastico solo da questi partner. Posizioni che verranno incrementate per il prossimo triennio”, verifichiamo come ormai il Governo non senta nemmeno il bisogno di celare il senso reale della mitica alternanza scuola-lavoro.

Ci domandiamo infatti, per fare solo l’esempio più clamoroso visto che da Mc Donald lavoreranno 10.000 dei 27.000 ragazzi coinvolti che tipo di formazione professionale verrà loro fornita.
Ci pare evidente che consisterà solo, o quasi, in un addestramento a un lavoro puramente esecutivo nell’imposizione dell’abitudine alla pronta obbedienza, nell’utilizzo del lavoro gratuito di questi ragazzi.
A maggior ragione è necessario rivendicare per la scuola pubblica le risorse necessarie a fornire un’effettiva e corretta conoscenza dei rapporti di lavoro, dei diritti dei lavoratori, della normativa sulla sicurezza.

La Cub Scuola Università e Ricerca si impegna a sviluppare una discussione sull’argomento nei collegi docenti e nelle assemblee sindacali al fine di combattere gli abusi e di porre nella vertenza per il nuovo contratto delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola come centrale l’abolizione di questa normativa sull’alternanza.
Ci battiamo per una scuola della formazione, della ricerca, della sperimentazione e contro una scuola dell’addestramento, intesa come mero disciplinamento all’attuale ordine produttivo.

I lettori ci scrivono

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