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Alunni bocciati, il tribunale li promuove. Giuliani: deriva pericolosa, allora mettiamo il sei politico a tutti

Sta facendo discutere l’intervento del Consiglio di Stato sulla decisione del Consiglio di Classe di una scuola media di Scandiano, nel Reggiano, di bocciare un alunno al termine dell’anno scolastico, a causa delle numerose insufficienze riportate, alcuni giorni fa ribaltata dal Consiglio di Stato: l’ammissione alla seconda media via tribunale, infatti, non è piaciuta a molti docenti. A dirlo è stato il nostro direttore Alessandro Giuliani, interpellato da Radio Cusano il 29 ottobre.

Una giustificazione “curiosa”

“La giustificazione del Consiglio di Stato, nel ribaltare la decisione dei docenti, è davvero curiosa, perché non trovando un cavillo, un vizio di forma, è andato a sindacare sulla valutazione dell’alunno”, ritenuta impropria, perché “limitata ad un solo anno scolastico: i docenti avrebbero dovuto considerare anche l’esito della primaria, che ovviamente non poteva essere che positivo”.

Eppure, da sempre quando si fa uno scrutinio, si esaminano solo i voti conseguiti nell’anno in corso. Certamente, nella valutazione finale, soprattutto quando si tratta di alunni che rientrano nella scuola dell’obbligo, possono rientrare anche altri aspetti. Ma dinanzi ad una miriade di insufficienze, un atteggiamento svogliato, a volte ostile alla scuola, non di rado anche una condotta non esemplare, difficilmente il percorso scolastico di un alunno può essere considerato positivo.

Il ricorso creai disagi

Quando i giudici ribaltano una decisione presa collegialmente dai docenti, “per il Consiglio di classe – ha sottolineato il nostro direttore – diventa davvero difficile valutare in futuro con serenità o obiettività un alunno, visto che poi i giudici interferiscono sul loro operato”.

“A questo punto, alla luce della decisione della presa di posizione del Consiglio di Stato, i Consigli di classe potrebbero ritenere inutile valutare negativamente il percorso di un alunno”: potrebbero addirittura pensare “di mettere il sei politico a tutti gli alunni”.

Quel buonismo che non piace

Anche perché ricevere un ricorso, ha ricordato il giornalista, “crea problemi e disagi nel corpo insegnante e alla dirigenza: nel momento in cui c’è un’impugnazione, scatti quasi automaticamente la richiesta di accesso agli atti da parte del legale della famiglia. Con i docenti costretti a tornare, anche d’estate a scuola, per riunirsi a raccogliere tutti i compiti e le valutazioni assegnate durante l’anno, da dover poi consegnare. E tutto questo comporta disagi”.

Inoltre, i docenti verrebbero scoraggiati delle sentenze, emesse da Tar e Consiglio di Stato, sempre più spesso favorevoli alle famiglie.

Allora, se tutto deve essere appiattito dal ‘buonismo’ a tutti i costi, se “questa deve diventare la deriva, a questo punto, potrebbero pensare gli insegnanti, mettiamo il sei politico a tutti e buonanotte”.

Niente lezioni a Roma: decisione sofferta e tardiva, ma provvidenziale

Durante la trasmissione, si è anche parlato dell’ordinanza della sindaca di Roma, Virginia Raggi, di sospendere l’attività didattica il giorno 29 ottobre per via del maltempo: Giuliani ha parlato di “decisione sofferta”, giunta un po’ in ritardo, “giunta verso le ore 18 di domenica ma alla luce dei danni, soprattutto dei tanti alberi caduti, è stata provvidenziale ed efficace”.

Qualsiasi decisione presa, “avrebbe comportato delle critiche”: in certi casi, come ‘fai sbagli’. Il vero problema è che la tenuta di Roma dinanzi alle intemperie è davvero ridotta: dopo 15-20 minuti di pioggia, lo abbiamo visto qualche giorno fa, la capitale si intasa e si mette in ginocchio.

Redazione

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