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Alunno sospeso perchè parla con linguaggio scurrile: il “patrigno” manda il preside all’ospedale. Giannelli (Anp): massima severità

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Ancora un grave episodio di aggressione ai danni di un dipendente scolastico. Stavolta i fatti si sono svolti il 15 marzo in un istituto paritario di Roma – il liceo San Gabriele in via della Giustiniana, nella zona periferica La Storta a Nord della capitale – dove il “patrigno” di uno studente ha fatto irruzione nell’ufficio del preside insultandolo e colpendolo più volte perché aveva appreso che il ragazzo era stato prima ammonito e poi sospeso dalle lezioni per motivi comportamentali. In particolare, la sanzione era arrivata perché il ragazzo si esprimeva in continuazione con “linguaggio scurrile e inappropriato”.

Il dirigente, Raimondo Pietroletti, è stato picchiato dal compagno della madre dello studente ed è dovuto ricorrere alle cure dei medici: l’Ansa riferisce di una prognosi di 10 giorni per le percosse ricevute, mentre per Il Tempo parla di una prognosi addirittura di 90 giorni.

La scuola ha definito il fatto “gravissimo”. Nel frattempo, il Ministero dell’istruzione avrebbe chiesto all’Avvocatura dello Stato di valutare il caso e quindi di intervenire in difesa del dirigente scolastico.

Secondo Antonello Giannelli, presidente nazionale Anp, “la grave aggressione avvenuta nei giorni scorsi a Roma non è che l’ennesimo capitolo di una storia che si ripete. Un collega – al quale desidero far giungere la mia solidarietà e l’abbraccio di tutta l’Anp – è stato massacrato di botte da un individuo che non accettava una nota e la sospensione disposta nei confronti del figlio della compagna”.

Secondo Giannelli, “al di là delle risibili ragioni scatenanti la criminale aggressione, dobbiamo riflettere sulla crescente mancanza di rispetto nei confronti dell’istituzione scolastica e di chi la rappresenta”: il problema è che “se un familiare non condivide le decisioni dell’istituzione scolastica ha solo il diritto di adire le vie legali. Se aggredisce il personale dovrà essere punito con la massima severità”.

Ciò avviene, continua il leader dell’Anp, perchè “il processo di allontanamento tra scuola e famiglie è iniziato da tempo e, probabilmente, trae origine dal fatto che la società non riconosce più alla istituzione scolastica quel ruolo di guida che le spetta. Questo lascia spazio a rivendicazioni sempre più aspre che degenerano in violenza”.

Nella stessa giornata del grave fatto accaduto nella paritaria di Roma, lo scorso 15 marzo, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Legge 4 marzo 2024, n. 25 che intende contrastare – appunto con più severità e pene maggiorate – il fenomeno delle aggressioni da parte di studenti e genitori nei confronti del personale della scuola.