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Anche i docenti hanno bisogno del “sostegno”, super impegnati tra didattica personalizzata e burocrazia infinita: il caso del consulente esterno di Cagliari

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Con la scuola dell’autonomia, gli impegni degli insegnanti si sono allargati a macchia d’olio: oltre alle lezioni, devono preparare miriadi di programmazioni, assolvere a tanta burocrazia, fatta soprattutto di moduli da riempire, partecipare a riunioni continue, svolgere attività extra-didattica di vario genere, programmare e svolgere lezioni mirate ad alunni con disabilità e molto altro. Più di un docente ha ammesso che sarebbe opportuno un aiuto, un sostegno, per meglio gestire tutto questo. Solo che gli organici degli Uffici scolastici non prevedono figure di questo genere. Ecco che allora spunta “la consulente scolastica”: accade in Sardegna, a Cagliari, dove una studentessa universitaria di 22 anni, ha deciso di mettersi a disposizione per realizzare interventi didattici e anti-burocrazia per gli insegnanti in difficoltà.

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La consulenza è ovviamente rivolta a maestri e professori della secondaria alle prese con documenti importanti da compilare, non sempre facili da riempire e gestire.

Ma la consulente scolastica sarda opera anche per un accompagnamento a lungo termine dei ragazzi, a cominciare da quelli con problemi di apprendimento, e un sostegno pure per le loro famiglie.

La donna si chiama Elisa Argiolas, ha spiegato all’Ansa che intende realizzare “un servizio nuovo”, da “offrire a famiglie, alunni, docenti e a tutti coloro che a vario titolo si occupano del mondo della scuola ovvero raccordare tutte le differenti professionalità per ottimizzare i risultati a favore degli alunni”.

Spiega, quindi, che “le figure professionali che ruotano attorno al mondo della scuola sono spesso scollegate tra loro e questo determina una possibile dispersione nell’azione d’integrazione e di comunicazione con le famiglie”.

E ancora: “Dopo un’analisi attenta delle esigenze da parte delle famiglie, mi sono resa conto che l’azione di programmazione didattica ed educativa richiedeva l’intervento di un team specializzato con la figura dell’insegnante di sostegno e dello psicologo”.