Home I lettori ci scrivono Ancodis: lettera-appello al Ministro Bianchi

Ancodis: lettera-appello al Ministro Bianchi

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Siamo prossimi all’inizio dell’AS 2021-2022 e ANCODIS, l’Associazione Nazionale dei Collaboratori dei DS e delle figure di sistema, vuole sottoporre alla Sua attenzione l’ormai ventennale disagio che non può più continuare ad essere eluso né tantomeno misconosciuto.

Le diverse migliaia di donne e uomini che rappresentano le figure di sistema o di staff e i Collaboratori del Ds rivendicano da parte delle forze politiche, delle OO.SS. e delle associazioni di categoria la meritata attenzione: come è noto già in queste settimane siamo in servizio nelle nostre comunità scolastiche (quando la gran parte dei docenti è ancora in ferie) e da settembre lo saremo ancor di più nel portare avanti il progetto educativo-didattico al fianco dei Ds e dei Dsga.

La scuola da due anni è messa a dura prova (quando finirà?) e noi non abbiamo esitato a dare il nostro contributo, forti delle esperienze vissute sul campo e sicuri delle nostre competenze acquisite anche grazie e soprattutto alla formazione specifica che riteniamo l’unica strada percorribile per essere davvero figure di sistema UTILI e ADEGUATE al funzionamento organizzativo e didattico di una scuola.

Lei, Signor Ministro, conosce bene la SCUOLA italiana; noi possiamo dire di conoscere altrettanto bene le nostre comunità scolastiche: abbiamo, infatti, il “privilegio” di vivere la scuola sul “campo” della didattica e su quello – certamente non secondario – della governance!

Come è ben noto a chi vive la scuola (per favore non lo chieda a chi parla solo di scuola!), i Collaboratori dei Ds e le figure di staff in genere non hanno alcuno stato giuridico né riconoscimento contrattuale; pur tuttavia, svolgono ruoli di grande rilevanza per la scuola.

Per non parlare delle tante scuole italiane in reggenza che di fatto sono guidate dal Primo Collaboratore o Collaboratore principale (noto ancora oggi come “Vicepreside/Vicario”) in stretta collaborazione con lo staff!

Vogliamo essere chiari, Signor Ministro: la scuola autonoma e moderna progetta e programma la proposta educativo-didattica, la elabora e l’organizza, viene costantemente monitorata, periodicamente si procede alla valutazione del percorso, si analizzano i punti di forza e le attese/emergenti criticità, si occupa di “Europa”, di sicurezza, di gestione del personale, di graduatorie, di servizi al personale e alle famiglie in genere.

Per portare avanti questa complessa organizzazione e garantire nel miglior modo possibile il diritto allo studio degli studenti e delle studentesse unitamente ad un efficiente servizio per tutta la comunità scolastica non bastano soltanto i docenti in servizio negli ambienti di apprendimento ma OCCORRONO anche quelle diverse migliaia di docenti che svolgono attività aggiuntive per il funzionamento didattico e organizzativo.

Parliamo – lo sanno tutti, a cominciare dalle OO.SS. – dei Collaboratori del DS (di cui almeno uno con delega di fir­ma in caso di assenza o legittimo impedimento da parte del DS), dei Responsabili di plesso distaccato (figure importantissime per il funzionamento decentrato di una comunità scolastica!), del RSPP se docente interno, dell’Animatore digitale, del Referente scolastico Covid19, del neo Mobility manager, del Referente per l’Inclusione, dei Coordinatori didattici, delle FF.SS., dei Coordinamento dipartimenti, dei Coordinatori dei Consigli di intersezione, inter­classe e di classe e dei referenti di sistema (Autovalutazione di Istituto, Progetti della Scuola (curriculari, extracurricola­ri, PON, ERASMUS, PCTO, Privacy, Intercultura, Bullismo e cyberbullismo, Salute, INVALSI, Istruzione parentale, Istruzione ospedaliera, Istruzione carceraria, ecc.).

Si tratta di docenti – che lavorano per un anno con un miserrimo riconoscimento economico definito in sede di contrattazione di istituto – “capaci, per esperienza, professionalità e vocazione, di gestire attività complesse formalmente delegate, tra quelle di competenza del dirigente scolastico” (Ministro Azzolina, Atto di indirizzo 2021), noti nella nomenclatura scolastica come figure di staff o MIDDLE MANAGEMENT SCOLASTICO, per i quali occorre procedere a definire modalità di accesso, area contrattuale e formazione specifica obbligatoria.

Riteniamo ormai ineludibile il tema dell’individuazione e della conseguente determinazione giuridico e contrattuale di “nuove e più compiute professionalità che possano successivamente concorrere al ruolo della dirigenza scolastica con un bagaglio di esperienza organizzativa e di sensibilità amministrativa maturato in tale nuova area professionale” (sempre il Suo predecessore nell’Atto di indirizzo 2021)

Signor Ministro, deve essere CHIARO: non pretendiamo PRIVILEGI – già li abbiamo perché lavoriamo al servizio delle nostre comunità scolastiche e perché viviamo LA SCUOLA e non solo di scuola! – ma il diritto all’esistenza giuridicamente riconosciuta senza ambigue interpretazioni e regolamentata nel prossimo CCNL.

Proponiamo una riflessione non ideologica, seria e responsabile sui problemi che ci troviamo ad affrontare nello svolgimento della nostra funzione; chiediamo giustizia e tutela delle professionalità che da anni si sono formate con grande impegno, con energie e risorse economiche; auspichiamo di poter contribuire alla progettazione in un generale e condiviso spirito costruttivo di un nuovo modello di governance scolastica, consapevoli del ruolo e dell’importante lavoro che svolgiamo in favore delle nostre scuole.

Nonostante l’approvazione della Legge 59/1997 art. 21 comma 16, del DPR 275/99 agli artt. 3 – 4 – 5, del D. Lgs 165/2001 art. 25 comma 5 e della Legge 107/2015 art. 1 commi 14, 68 e 83, siamo stati (e ancora lo siamo!) vittime di mistificazioni comunicative, acredine professionale e di una indifferenza politica e sindacale che ci ha tenuto ai margini dell’attenzione di chi invece è preposto alla tutela di TUTTI i lavoratori e del loro lavoro.

Ci consideriamo, Signor Ministro, – come ha magistralmente scritto il direttore di Dirigere la scuola -“abitanti sospesi della terra di mezzo”, impegnati – come hanno scritto altrettanto acutamente Campione e De Anna – in un “diversamente indaffarato lavoro docente“ nelle nostre comunità scolastiche, consapevoli che senza di noi la scuola non potrebbe assolvere ai compiti che il legislatore in tempi diversi ha voluto affidare e, soprattutto, non potrebbe funzionare sia sul versante didattico che in quello – non secondario! – organizzativo-gestionale.

Gentile Signor Ministro, per Ancodis un nuovo modello scolastico è possibile e dovrà guardare anche al suo funzionamento e a quanti si impegnano lealmente e professionalmente in questo straordinario lavoro aggiuntivo. Abbiamo scritto – nella presentazione dei dati del questionario che Ancodis ha proposto nello scorso mese di giugno ai suoi iscritti – che riteniamo essere arrivato il tempo di “dare a Cesare quel che è di Cesare”.

Oggi aggiungiamo che nella scuola moderna ed europea dei prossimi anni riteniamo INGIUSTO non dare la possibilità a Cesare di passare… il Rubicone!

Almeno che qualcuno non lavora per il ritiro di Cesare….allora lo si dica apertamente!

Ancodis