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Ancora in sospeso l’accordo Aran-Sindacati su tutor e anticipi

A più di tre mesi di distanza la vicenda dell’accordo Aran-Sindacati su tutor e anticipi nella scuola dell’infanzia resta ancora in sospeso.
Neppure nella seduta odierna del Consiglio dei Ministri è arrivata la ratifica da parte del Governo. La spiegazione ufficiale è che il Ministero della Funzione Pubblica, che dovrebbe predisporre la bozza di parere da sottoporre alla approvazione del Governo, sarebbe oberato di lavoro e non troverebbe il tempo per occuparsi di una questione considerata tutto sommato marginale.
In realtà sembra che i problemi siano di ben altra portata.
Il contratto, dopo la ratifica del Governo, dovrebbe essere registrato presso la Corte dei Conti e quindi sottoscritto in via definitiva da Aran e organizzazioni sindacali.
Secondo alcune indiscrezioni la Corte dei Conti avrebbe però già fatto capire che l’ipotesi contrattuale contiene diversi elementi di illegittimità e quindi, tenuto conto che in questa fase i rapporti fra Governo e sindacati non sono del tutto sereni, i Ministri interessati preferiscono soprassedere ed aspettare tempi migliori.
I punti poco chiari dell’accordo sono almeno un paio.
Intanto c’è il fatto che l’accordo del 17 luglio non era stato preceduto da un nuovo atto di indirizzo del Dipartimento per la Funzione Pubblica: l’Aran aveva proposto un articolato sul quale, formalmente, non vi era ancora una esplicita autorizzazione del Governo; in secondo luogo il contratto cancella di fatto la funzione tutoriale, mentre, caso mai, si dovrebbe limitare a precisare la funzione non è compatibile con il Contratto nazionale del personale docente statale. La formulazione dell’accordo invece lascia intendere che la funzione tutoriale viene cancellata anche nelle scuole non statali, il cui personale, però, è inquadrato in un diverso regime contrattuale.
Nel tentativo di risolvere alla radice il problema i sindacati vorrebbero che nel testo della legge finanziaria fosse inserita una norma semplice semplice: “Le pre-intese contrattuali sono sottoposte alla ratifica del Governo; se entro 40 giorni il Consiglio dei Ministri non si esprime, l’accordo si intende ratificato”.
Ma su questa formulazione pare che manchi l’accordo dei tecnici del Ministero dell’Economia. In ogni caso, se anche la norma dovesse essere inserita nella legge di bilancio, resterebbe impregiudicata la necessità di risolvere i casi in sospeso.
Per chiudere definitivamente la vicenda del tutor è insomma indispensabile che Aran e sindacati firmino un accordo definitivo.

Reginaldo Palermo

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