Home I lettori ci scrivono “Apertis verbis” alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina

“Apertis verbis” alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina

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Sono un docente precario al quarto anno di servizio presso la scuola secondaria di secondo livello.

Questa lettera nasce a seguito di tante delusioni e frustrazioni che purtroppo mi attanagliano da molto.

Ho deciso di intraprende il percorso formativo da docente per mettere al servizio degli studenti la mia professionalità, cercando di svolgere un mestiere complesso ma tanto edificante, con la massima serietà e dignità.

Sapevo fin dall’inizio che l’inserimento nel mondo della scuola non sarebbe stato facile,ma non avrei mai pensato che stabilizzarsi sarebbe stata un’agonia. Quattro anni fa, ho presentato domanda di inserimento nelle graduatorie di terza fascia della Regione Emilia Romagna, provincia di Modena e ho svolto il ruolo di docente di sostegno, presso una scuola secondaria di secondo livello, pur non avendo conseguito il titolo abilitante e specializzante per il sostegno.

Il punteggio ottenuto alla fine dell’anno scolastico 2016-2017, è stato caricato sulle mie classi di concorso, come previsto dalla normativa di riferimento. Per il triennio 2017-2020, ho continuato a svolgere la professione di insegnante di sostegno presso una scuola secondaria di secondo livello.

In questo arco temporale, la scuola è stata protagonista di numerosi cambiamenti, dovuti al susseguirsi dei vari ministri dell’Istruzione. Personalmente, il sottoscritto ha sempre seguito le indicazioni e le direttive espresse dal Miur dedicate alla formazione e al miraggio dell’assunzione dei docenti a tempo indeterminato. Ho conseguito i 24 cfu per poter accedere al concorso straordinario riservato a coloro che avevano svolto tre anni, anche non continuativi, di servizio presso l’istituzione scolastica. Tale procedura concorsuale, come è tristemente noto, non è stata mai bandita. Nonostante l’avvicendarsi di notizie deludenti e demotivanti, ho continuato ad aggiornarmi a spese mie, sia sulla didattica tradizionale e sia su quella innovativa (corso LIM, corso per l’uso del tablet a fini didattici, corsi formativi sul sostegno, corsi di aggiornamento sulle mie classi di concorso, ecc…). Oggi c’è Lei e nulla è cambiato, anzi la scuola è peggiorata! e le spiego il perché: avendo insegnato per quattro anni continuativi sul sostegno, sono stato declassato non so a quale figura professionale, pur essendo un professore della classe. Questa notizia l’ho appresa dalla bozza di decreto che il Ministero ha trasmesso al CSPI. Oltre ad essere stato dequalificato e nonostante abbia seguito alla lettera il percorso formativo definito dal MIUR, ad oggi, mi trovo nella condizione di dover partecipare ad un eventuale futuro concorso alla stregua di un neo laureato che ha conseguito i 24 cfu. Non mi fraintenda, non voglio polemizzare con il sacrosanto diritto del neolaureato di partecipare alla procedura selettiva.

Ciò che ritengo non sia corretto è far partecipare indistintamente neolaureati e insegnanti con pregressa esperienza lavorativa come me, alla medesima procedura selettiva.

Per i professori che condividono la mia stessa condizione sarebbe stato corretto, come paventato dal precedente Governo, strutturare una prova concorsuale straordinaria a prescindere dalla tipologia del pregresso servizio (materia o sostegno), considerato anche quanto espresso dal CSPI  che riconosce il servizio prestato sul sostegno come servizio prestato sulla materia stabilendo che “il docente che svolge attività di sostegno è nominato da una graduatoria disciplinare e, al fine di garantire l’inclusione degli alunni con disabilità, agisce nel senso di facilitare il loro apprendimento. Opera quindi anche in ambito disciplinare, di supporto all’intera classe, senza assumere una connotazione medico infermieristica”.

Chi meglio di Lei dovrebbe conoscere la mia situazione, considerato che la sua storia professionale è stata scandita da sacrifici dedicati al precariato, alle docenze sul sostegno e alle battaglie sindacali per la stabilizzazione degli insegnanti precari?

A tutta questa delusione che allontana sempre più la tanto desiderata stabilità, si aggiunge con tanta incredulità, l’amara sorpresa della sospensione delle domande triennali di aggiornamento delle graduatorie di terza fascia, rinviate all’anno prossimo.

Questa notizia mi impedisce di poter presentare domanda in un’altra regione e ricongiungermi al mio nucleo familiare, nonostante il sacrificio dei quattro anni lontano da casa.

A noi precari viene richiesto, giustamente, di svolgere la DAD, tra l’altro senza poter usufruire del bonus docenti, mentre al Miur, e quindi a Lei Ministro, basta un semplice “CHIEDO SCUSA” per non essere in grado di mettere in atto le procedure informatiche che vi competono per garantire l’aggiornamento delle graduatorie.

Mi hanno sempre insegnato che il comando si dà con l’esempio…. quindi tragga Lei le opportune e doverose conclusioni.

Da ultimo vorrei segnalare che l’emergenza sanitaria da Covid 19, rendendo impraticabile al momento la via della procedura selettiva, per comprovate ragioni di tutela della salute pubblica, potrebbe rappresentare  l’occasione di dare concretezza al monito dell’EU che ha più volte ribadito la necessità di stabilizzare i precari con 36 mesi di servizio.

Questa soluzione garantirebbe l’avviamento del prossimo anno scolastico, in maniera più funzionale, senza penalizzare la didattica e valorizzando la professionalità dei docenti.

Se tutti i docenti precari scioperassero all’inizio del prossimo anno scolastico, la scuola non riuscirebbe ad avviare le attività didattiche. Non le chiedo di ascoltare soltanto i tanti come me, ma di ascoltare i vari rappresentanti delle istituzioni scolastiche (sigle sindacali, Regioni, CSPI) che, trasversalmente, Le hanno manifestato disappunto e  netta contrarietà alle decisioni assunte.

Caro Ministro, il tasso di natalità in Italia è ormai ai minimi storici. Tutti i governi suggeriscono di mettere al mondo dei figli, ma come facciamo se chi prende le decisioni non ci tutela? Anche a me sarebbe piaciuto avere le sue stesse possibilità per inserirmi nel mondo della scuola, purtroppo il suo periodo storico non ha coinciso con il mio….

Questo non mi sembra affatto giusto!

Ora basta, non nascondiamoci dietro i mali endemici della scuola, ma rimbocchiamoci tutti le maniche per far crescere la scuola e fare grande la nostra nazione.

Avrei ancora molto da dire, ma preferisco fermarmi qui. Il mio intento, non è quello della polemica, anzi… questo sfogo è frutto di anni di frustrazione dovuti alle decisioni sbagliate delle istituzioni politiche, che ho deciso di rendere pubblico, sperando che la mia voce in aggiunta a quella di tanti altri precari e non, possa essere ascoltata, per riflettere e prendere decisioni più costruttive per il futuro di tutti!

Quintino Dimatteo