Home Attualità Artigiani, senza un percorso scolastico specifico rischiano di sparire tanti antichi mestieri

Artigiani, senza un percorso scolastico specifico rischiano di sparire tanti antichi mestieri

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L’Italia Paese di antiche tradizioni sta facendo morire vecchie professioni ed attività artigianali lasciando in mano la formazione a piccole iniziative private.

Botteghe degli artigiani che si aprono per trasmettere ed insegnare antichi mestieri a giovani volenterosi.

L’esempio di Artibus

Ad un anno dal lancio il progetto “Artibus, il futuro ha radici nel passato” ad esempio, è un percorso ormai maturo con corsi gratuiti da parte di volontari che offrono corsi e apprendistato ai giovani in cerca di occupazione e ai meno giovani che il lavoro lo hanno perso e che hanno voglia di rimettersi in gioco con una nuova professione.

Il progetto promosso dall’Augusta Contrada di Marendole, con la collaborazione di Labor (agenzia per il lavoro), Sindacato Europeo del Lavoro e vari partenariati della Regione Veneto e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali vedrà una formazione “in campo” fino a dicembre con la realizzazione di manufatti prodotti dai ragazzi in questi mesi di corso.

Sono 5 i laboratori previsti, quello dell’orafo, del calzolaio, velaio, dello scalpellino (si tratta della scultura su pietra e legno), del costruttore di strumenti a percussione.

Ogni artigiano volontario avrà la possibilità di formare fino a tre allievi tutto nel massimo rispetto delle misure di distanziamento sociale imposto dal Covid 19.

I corsi si svolgono direttamente nella bottega dell’artigiano-docente che per l’occasione apriranno le porte e metteranno a nudo i segreti del mestiere.

Un’ idea e un progetto a livello locale che però mette in risalto la necessità e l’importanza di mantenere vive certe attività, in alcuni casi molto molto antiche.

L’idea di fondo è quella di creare posti di lavoro, dare le basi di questi mestieri, insegnare la manualità, tramandare passione e orgoglio per questi antichi lavori. Recuperare professioni che altrimenti andrebbero perse se non vengono tramandate alle nuove generazioni.

La situazione delle scuole private

Sono diverse le scuole private in Italia dove è possibile studiare ed imparare determinate professioni

In alcuni casi si tratta di veri e propri centri professionali, con professionisti che si mettono a disposizione per fare formazione su diversi temi come il Centro ELIS di Roma, il centro professionale via dei Tessitori di Firenze o il Consorzio Provinciale per la formazione Professionale di Ravenna. In altri casi si tratta di laboratori che mettono a disposizione spazi attrezzati, materiali e supporto per diffondere le pratiche sulla lavorazione della ceramica, del legno, della pietra e l’arte orafa.

Cosa offre la scuola statale

Per quanto riguarda il contesto statale l’Istituto professionale è la scuola che almeno sulla carta dovrebbe fornire la preparazione tecnica e la qualifica professionale per avere l’accesso con le competenze e la capacità giusta nel mondo nei diversi settori dell’attività lavorative.

Nell’ordinamento scolastico italiano, l’istituto professionale è una scuola secondaria di secondo grado. In passato differiva dall’istituto tecnico per la possibilità di conseguire, dopo un esame di stato alla fine del terzo anno, un diploma di qualifica professionale che abilitava all’esercizio della professione.

Con la riforma Gelmini la durata legale del corso di studi è variata da 3+2 anni a 5 anni senza specializzazioni intermedie, così come avviene ad esempio nei licei e negli istituti tecnici. Terminato l’iter di studi lo studente consegue un diploma di istruzione superiore, che dà accesso a tutte le facoltà universitarie o direttamente al mondo del lavoro in alcuni settori professionali.

Rispetto agli istituti tecnici, gli istituti professionali offrono una formazione più specializzata e maggiormente rivolta alle capacità pratiche, dando particolare risalto alle attività di laboratorio e alla pratica. Nell’ultimo anno è previsto uno stage o tirocinio da svolgere.

L’attuale riforma prevede 2 macrosettori e 6 indirizzi.

Il Settore servizi che prevede gli indirizzi Agricoltura e sviluppo rurale, Servizi socio-sanitari, Enogastronomia e ospitalità alberghiera, Servizi commerciali e il settore Settore industria e artigianato con gli indirizzi Produzioni artigianali e industriali, Manutenzione e assistenza tecnica.

Sono assenti però scuole statali che insegnano gli antichi mestieri dell’artigiano al netto di piccole ed eterogenee situazioni frutto di iniziative private.

In un Paese come il nostro che ha forti tradizioni e una storia importante dovrebbe sviluppare ed incentivare il proseguo di questi mestieri.

Servono percorsi di studio organizzati e specifici e forte sinergia e collaborazione con artigiani e piccole aziende che possono contribuire con spazi, laboratori e capacità pratiche alla formazione dei ragazzi che hanno voglia di allenare e mettere in risalto le proprie capacità manuali.

Non tutti possono diventare ingegneri, avvocati o medici. Ed è un bene!